Cobaltoterapia
Utilizzo terapeutico dei raggi gamma ad alta energia (1,25 MeV) provenienti da una fonte di cobalto 60 radioattivo, con l’intento di distruggere le cellule cancerose. A partire dagli anni ’40 del secolo scorso la cobaltoterapia ha soppiantato i raggi X, in quanto danneggia meno la pelle e permette di ottenere una miglior resa in profondità e una maggiore omogeneità dell’irradiazione. Oggi tuttavia tende a essere sostituita da altre tecniche radioterapiche, che fanno ricorso agli acceleratori lineari di elettroni.
Indicazioni
La cobaltoterapia è il trattamento di base di un gran numero di tumori relativamente superficiali o semiprofondi (seno, neoplasie otorinolaringoiatriche, linfonodi). Viene utilizzata sia a titolo esclusivo, per i tumori radiosensibili o inoperabili, sia, più di frequente, come complemento della chirurgia. Può inoltre essere associata alla chemioterapia in protocolli spesso complessi, messi a punto consultando vari specialisti.
Tecnica
L’unica a essere praticata è la telecobaltoterapia, in cui la fonte del cobalto 60 è esterna all’organismo. Tale fonte misura 2 cm di diametro ed emette raggi gamma, come il sole, in tutte le direzioni. Per proteggere chi viene in contatto con essa, è rinchiusa in una sfera di tungsteno, da cui la denominazione, colorita ma impropria, di bomba al cobalto. In questa sfera viene collocato un canale, o collimatore, da cui fuoriesce un fascio di raggi gamma che serve all’irradiazione. Poiché la radioattività della fonte diminuisce col tempo, la durata di esposizione del paziente deve essere aumentata tutti i mesi per ottenere lo stesso dosaggio.
Preparazione e svolgimento
Per verificare l’estensione della zona da trattare si procede in via preliminare al centraggio radiologico al simulatore. In seguito, con inchiostro rosso si marcano sulla cute del paziente i punti di ingresso del fascio. Il trattamento viene in genere somministrato quotidianamente a piccole dosi, per un periodo di tempo compreso tra le 4 e le 8 settimane, per consentire la riparazione delle cellule sane tra una seduta e l’altra.
Effetti secondari
La dose attenuata di raggi ricevuti dalla pelle permette in una certa misura di proteggerla: le lesioni cutanee (eritema, desquamazione) sono di entità minore rispetto a quanto accade nelle radioterapie a energia inferiore. Gli altri effetti secondari, di solito reversibili, dipendono dalle regioni trattate: irritazione delle mucose per la gola, disturbi digestivi per l’addome. Dopo il trattamento è necessaria una convalescenza di 1 mese, per un migliore recupero.
Cerca in Medicina A-Z