CALCOLOSI DELLA COLECISTI -Terapia
Una colelitiasi che non abbia mai provocato sintomi non necessita di alcun trattamento specifico. L’assunzione di acido ursodesossicolico (in grado di ridurre il contenuto di colesterolo e di aumentare quello di sali biliari nella bile, rendendola più fluida) nel tentativo di sciogliere i calcoli si rivela spesso inefficace, salvo nei casi in cui i calcoli siano molto piccoli oppure composti di fango o sabbia biliare: in tali evenienze, soprattutto se il paziente è giovane, può essere utile seguire una terapia con acido ursodesossicolico, in grado di prevenire eventuali complicazioni serie come la pancreatite. La colica biliare tende di per sé a risolversi spontaneamente nel giro di qualche ora, ma richiede in genere una terapia di supporto che preveda l’assunzione di antidolorifici e antispastici e l’idratazione per via endovenosa.
Una pregressa colica biliare e la persistenza di calcoli nella colecisti rappresentano un’indicazione ad asportare chirurgicamente la colecisti stessa per prevenire eventuali coliche successive, suscettibili di complicanze più serie; questo intervento, denominato colecistectomia, può essere oggi eseguito agevolmente anche in laparoscopia.
I calcoli presenti nel dotto biliare o nel coledoco passano spesso spontaneamente nell’intestino. Qualora essi rimangano bloccati, possono venire rimossi tramite una metodica endoscopica denominata ERCP (dall’acronimo inglese per “colangiopancreatografia retrograda endoscopica”) che prevede l’asportazione di calcoli “dall’interno”, ossia mediante un apparecchio molto simile a quello che si usa per effettuare una comune gastroscopia. Nell’eventualità in cui insorgano complicazioni quali un risentimento del pancreas (pancreatite), o un’infiammazione delle vie biliari (colangite) o della cistifellea (colecistite), sono invece necessari il ricovero in ospedale e terapie antibiotiche e antisecretive per via endovenosa. [E.G.]
Cerca in Medicina A-Z