Infiammazione della faringe. Se ne distinguono due tipi, a seconda che l’evoluzione sia acuta o cronica.
Faringite acuta
Si tratta di un’infiammazione acuta dell’orofaringe (parte intermedia della faringe, all’altezza della gola), detta anche angina, causata da un’infezione spesso virale, a volte batterica; in quest’ultimo caso, i germi in causa sono lo streptococco, lo stafilococco o un batterio del genere Haemophilus.
Sintomi e segni
Il dolore, esacerbato dalla deglutizione, si associa a sintomi generali più o meno marcati (febbre, affaticamento, malessere). Se le tonsille non sono state tolte, l’esame conferma il loro coinvolgimento nell’infiammazione (tonsillite).
Trattamento
Si basa sull’assunzione di antibiotici, analgesici e colluttori. Inoltre, il malato deve stare a riposo ed evitare di esporsi al freddo.
Faringite cronica
Si tratta di un’infiammazione persistente della faringe, causata da numerosi fattori: abuso di tabacco e alcol, rinite o sinusite cronica, diabete, contatto con contaminanti atmosferici (polveri industriali, gas tossici ecc.), reflusso gastroesofageo (risalita anomala del contenuto gastrico acido nell’esofago sino alla faringe, che può esserne irritata) e così via.
I sintomi sono dolori intermittenti alla gola e all’atto della deglutizione e una secchezza della faringe che porta di continuo il malato a “raschiarsi la gola”. All’esame è visibile solamente un arrossamento della faringe. Il trattamento delle faringiti croniche è difficoltoso e consiste nell’eliminazione della causa, quando è possibile determinarla, in cure localizzate (aerosol, collutori ecc.) e cure termali.