Elettroretinografia

Esame dell’occhio volto a registrare l’attività elettrica della retina in seguito a una stimolazione luminosa. Le principali indicazioni dell’elettroretinografia sono le malattie ereditarie della retina (degenerazione tapetoretinica), le lesioni retiniche tossiche o traumatiche, dovute all’assunzione di antimalarici di sintesi o alla presenza di un corpo estraneo, metallico, nell’occhio e, più in generale, la verifica del […]



Esame dell’occhio volto a registrare l’attività elettrica della retina in seguito a una stimolazione luminosa. Le principali indicazioni dell’elettroretinografia sono le malattie ereditarie della retina (degenerazione tapetoretinica), le lesioni retiniche tossiche o traumatiche, dovute all’assunzione di antimalarici di sintesi o alla presenza di un corpo estraneo, metallico, nell’occhio e, più in generale, la verifica del buon funzionamento della retina.


Tecnica

L’elettroretinografia permette di distinguere, per mezzo di luci dall’intensità e dai colori diversi, l’attività dei coni, sensibili alle forti intensità e al colore rosso (sistema fotopico), da quella dei bastoncelli, sensibili alle deboli intensità e al blu (sistema scotopico). Si ottiene così un tracciato, l’elettroretinogramma (ERG). Le informazioni elettriche vengono raccolte da elettrodi a contatto con la cornea e con la cute sull’orlo dell’orbita. Lenti a contatto in plastica impediscono di chiudere le palpebre durante l’esame.

Nei bambini può essere necessaria l’anestesia generale.


Effetti secondari

I portatori di lenti a contatto non devono utilizzarle per le 24 ore precedenti e successive all’esame. Dopo la sua esecuzione, il paziente resta spesso abbagliato per qualche ora. Gli elettrodi posti sulla cornea possono provocare una lieve irritazione dell’occhio, che viene trattata con un collirio.