Trapianto cutaneo
Trapianto di un frammento di cute, naturale o prodotto in laboratorio, su una regione in cui la pelle è andata distrutta. Il trapianto cutaneo viene utilizzato soprattutto in caso di ustione, ma vi si fa ricorso anche in seguito a un’altra lesione o all’asportazione chirurgica di un’ampia superficie cutanea (spesso per il trattamento di un tumore).
Autotrapianto La pelle viene prelevata dal soggetto stesso, se possibile da una zona poco visibile (coscia, basso ventre, cuoio capelluto, regione inguinale ecc.). Il trapianto può essere sia superficiale, con prelievo dei soli strati superficiali della cute, sia totale, con prelievo di tutto il suo spessore. In certi casi, in particolare quando si ha una perdita significativa di sostanza, si è costretti a praticare prelievi di porzioni dei muscoli sottostanti: si parla allora di lembo muscolocutaneo. Tale lembo può essere prelevato e impiantato con il suo peduncolo nutritivo (arterie e vene) mediante un intervento di microchirurgia; più raramente, si possono utilizzare piccoli frammenti di cute (per esempio nelle ulcere delle gambe). L’impianto viene posto direttamente sulla superficie da trapiantare, oppure trattato in laboratorio affinché le sue cellule proliferino; questa tecnica, chiamata coltura di epidermide, permette di produrre sino a 1 m2 di nuova epidermide a partire da un impianto di 1 cm2. L’autotrapianto ha il vantaggio di non causare rigetto immunitario. I tessuti del paziente si connettono progressivamente con l’impianto e, in una decina di giorni circa, il trapianto “attecchisce”. I trapianti cutanei superficiali, piuttosto antiestetici, sono riservati alle zone poco visibili. Quando il trapianto è totale, la zona trattata cicatrizza meglio e il suo aspetto è più simile a quello della pelle originaria: pertanto lo si riserva generalmente al viso.
Allotrapianto Questa tecnica, applicata molto più raramente, è indicata solo in caso di ustione estesa, quando non è possibile prelevare dal soggetto un lembo di cute abbastanza ampio. La cute trapiantata è in tal caso prelevata da persone decedute, talvolta dopo un periodo di conservazione in una banca d’organi. Essa viene rapidamente rigettata dal sistema immunitario del malato, ma permette di superare il difficile scoglio dei primi giorni, fungendo da medicazione provvisoria.
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