Rinoplastica
Intervento chirurgico che consiste nel modificare la forma del naso. La rinoplastica può essere eseguita in concomitanza con una settoplastica (operazione al setto nasale) o una genioplastica (rimodellamento del mento). L’associazione di rinoplastica e genioplastica è detta profiloplastica.
Indicazioni Viene eseguita in caso di deformazione antiestetica del naso, congenita o conseguente a un trauma, talvolta suscettibile di causare problemi respiratori.
Preparazione
Prima di procedere a una rinoplastica a fini estetici può essere talora utile una valutazione psicologica (o psichiatrica) globale: si tratta infatti di un intervento da affrontare con una certa prudenza, in quanto modifica l’aspetto del volto con esito difficilmente valutabile a priori; a questo proposito si rivelano preziosi i fotomontaggi e le ricostruzioni video volti a visualizzare il risultato. Il chirurgo innanzitutto studia le caratteristiche della cresta ossea (se è larga, aquilina, deviata o insellata in seguito a un trauma) e della punta del naso (se è grossa, asimmetrica, ricoperta di pelle spessa o sottile), ma anche la forma del volto, nell’insieme e in ogni sua parte. Queste osservazioni sono importanti per determinare la tecnica chirurgica più idonea, sulla base del risultato che si desidera ottenere e delle caratteristiche morfologiche del viso. Per correggere un naso a sella, il chirurgo dovrà procedere, nella maggior parte dei casi, a un trapianto di apposizione (aggiunta di osso o cartilagine). L’osservazione deve essere integrata da foto preoperatorie ed eventualmente da una TC, per valutare le condizioni del setto nasale.
Svolgimento
La degenza in ospedale dura in genere 48 ore; l’intervento avviene in anestesia generale, con il paziente intubato. Il palloncino, introdotto con un catetere, ostruisce la trachea e impedisce l’ingresso di sangue nei bronchi. L’operazione viene praticata all’interno delle narici: il chirurgo procede a eliminare la gobba nasale, riavvicinare le ossa oppure affinare la punta del naso; alla fine dell’intervento rimodella la mucosa. Per impedire emorragie vengono inseriti nelle narici appositi tamponi di ovatta, che andranno tolti dopo 4 giorni. In certi casi si utilizzano tubicini cavi in silicone, per mantenere in sede il setto nasale, evitare l’otturazione delle narici e rendere più agevole la respirazione. In seguito si sistema un gesso o una struttura contenitiva, che il paziente dovrà portare per una decina di giorni.
Evoluzione
Dopo che si è tolto il gesso o la struttura contenitiva è visibile un edema postoperatorio. Il naso operato resta sensibile per circa 20 giorni e riacquista un aspetto naturale in un paio di mesi, anche se assumerà la forma definitiva solo dopo 1 anno.
Complicanze
Meno dell’1% degli interventi di rinoplastica dà luogo a complicanze, quali formazione di una sporgenza nella parte bassa del naso, spiccato accorciamento del naso per ablazione eccessiva di tessuto osseo, deviazione del setto, ostruzione delle fosse nasali che rende difficoltosa la respirazione, sinechie mucose, ossia aderenze del setto nasale con un turbinato (lamella ossea presente nelle fosse nasali) o ipertrofia dei turbinati. Gli eventuali difetti cominciano a emergere già a distanza di 2 mesi dall’operazione, ma è possibile realizzare un nuovo intervento solo dopo un periodo più lungo (da 6 mesi a 1 anno), quando cioè si è concluso il processo di cicatrizzazione.
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