SistemaRh
Principale sistema di gruppi sanguigni (insieme con il sistema AB0), formato da diversi antigeni. Deve il suo nome a una scimmia del Sudest asiatico, Macacus rhesus, che alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso fece da cavia nelle ricerche sul sangue. Esistono numerosi antigeni appartenenti al sistema Rh, talvolta chiamati impropriamente “fattori Rh”, ma solo cinque di essi sono rilevanti ai fini pratici, in quanto suscettibili di determinare la formazione di anticorpi quando vengono trasfusi in un soggetto che non possiede l’antigene in causa: D, C, c, E ed e.
I soggetti in cui è presente l’antigene D sono i cosiddetti Rh positivi, quelli in cui è assente sono detti Rh negativi. Alcune persone presentano una forma attenuata dell’antigene D, detto “D debole”. I globuli rossi sono inoltre portatori degli antigeni C, E, c ed e, variamente associati in base a criteri ben precisi: i globuli rossi che non presentano l’antigene C sono necessariamente portatori dell’antigene c, e viceversa. Avviene lo stesso con gli antigeni E ed e. Non esiste invece un antigene d: un individuo che non è portatore di D non ha quindi antigeni in assoluto.
Formazione di anticorpi
In alcune circostanze il corpo umano produce anticorpi diretti contro gli antigeni del sistema Rh.
Durante le trasfusioni In caso di trasfusione ematica da un soggetto Rh positivo a uno Rh negativo, per esempio in situazioni di emergenza o di penuria di sangue, si osserva nel soggetto ricevente la formazione di anticorpi diretti contro l’antigene D. In secondo luogo, ed è questo il caso più comune, in seguito a una trasfusione di sangue non perfettamente compatibile con gli altri antigeni del sistema Rh, si assiste alla comparsa di anticorpi diretti contro gli altri antigeni: E, c, e oppure C. La formazione di anticorpi non dà sintomi particolari, ma una seconda trasfusione di sangue dello stesso tipo può provocare nel paziente un incidente trasfusionale di gravità variabile (febbre, brividi, stato di shock, ittero e così via).
In corso di gravidanza
Il feto può presentare antigeni del sistema Rh diversi da quelli materni. Succede quindi che in alcune circostanze (traumi, emorragie e così via) la madre produca anticorpi (anticorpi anti-Rh) diretti contro gli antigeni fetali (antigeni Rh), che distruggono i globuli rossi del bambino. Tale fenomeno è all’origine della malattia emolitica del neonato, che non colpisce il primo figlio (l’immunizzazione s’instaura solo al temine della gravidanza), ma può manifestarsi in quelli successivi se sono portatori degli stessi antigeni. Per prevenire questa patologia, dopo la nascita di un bambino Rh positivo da una madre Rh negativa, si iniettano alla donna gammaglobuline anti-Rh.
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