Pneumopatia interstiziale
Malattia che interessa principalmente il parenchima (tessuto funzionale) del polmone.
Cause
Le pneumopatie interstiziali sono legate ad alterazioni della membrana alveolocapillare (a partire dalla quale avvengono gli scambi gassosi di ossigeno e anidride carbonica tra l’aria e il sangue), che può apparire ispessita, infiammata, edematosa o fibrosa. Possono essere causate da varie patologie: sarcoidosi, malattia infettiva (di origine virale, parassitaria, batterica o micotica), pneumoconiosi, pneumopatia da ipersensibilità (malattia del polmone degli allevatori di uccelli o malattia del polmone del contadino), linfangite carcinomatosa, insufficienza cardiaca sinistra (edema polmonare), granulomatosi, malattia sistemica e così via. Anche l’assunzione di determinati farmaci (in particolare l’amiodarone) può causare una pneumopatia interstiziale.
Sintomi e segni
La patologia si manifesta con una diminuzione degli scambi gassosi, causa di dispnea da sforzo.
Diagnosi
Si basa sul colloquio con il paziente e sull’esame clinico; sulla radiografia toracica, che mostra opacità lineari o nodulari (linee o punti bianchi) spesso diffuse o bilaterali; sulla fibroscopia bronchiale (praticata in anestesia locale, al fine di effettuare una biopsia bronchiale o transbronchiale e un lavaggio broncoalveolare), talvolta completata da una biopsia polmonare chirurgica, eseguita in anestesia generale.
Evoluzione e trattamento
L’evoluzione delle pneumopatie interstiziali è alquanto variabile, a seconda della possibilità di trattare la malattia in causa. Alcune forme guariscono spontaneamente (in particolare se dovute a sarcoidosi), mentre altre progrediscono nonostante i trattamenti eseguiti, portando talvolta a insufficienza respiratoria cronica (che richiede un’ossigenoterapia). Il trattamento consiste nella soppressione della causa e nella somministrazione di corticosteroidi.
Cerca in Medicina A-Z