LussazionI -Gravità della lussazione
La gravità di una lussazione dipende sia dagli effetti immediati provocati all’articolazione colpita, sia (soprattutto) dagli eventuali danni che possono insorgere nel futuro e che sono tanto più gravi e probabili quanto maggiore è il tempo intercorso tra il trauma e il trattamento della lussazione stessa (manovre di riduzione); esemplificative a questo riguardo sono le lussazioni delle vertebre e dell’anca.
La lussazione di una vertebra rispetto all’altra rappresenta senza dubbio un evento di elevata pericolosità, in quanto può insorgere un danno gravissimo e spesso irrisolvibile a carico del midollo spinale (che come è noto è situato all’interno del canale vertebrale e quindi può essere “ghigliottinato” nel trauma): possono derivarne non solo paralisi periferiche di vario grado, ma addirittura la morte del soggetto colpito (per esempio nel caso in cui la lussazione sia localizzata nel tratto delle vertebre cervicali).
La lussazione dell’anca, oltre al dolore e a un blocco funzionale estremamente rilevanti, può determinare un danno molto grave per la lesione della capsula articolare e, di conseguenza, dei vasi sanguigni in essa contenuti e destinati alla nutrizione della “testa” del femore. Per tale motivo è necessario provvedere al più presto al ripristino della corretta articolarità (obbligatoriamente in anestesia generale, sia per il dolore sia per ottenere un rilasciamento muscolare idoneo all’esecuzione di una manovra di riduzione che risulti il meno traumatica possibile) e programmare a distanza di alcuni mesi controlli radiografici e in risonanza magnetica, al fine di escludere la possibilità di danni residui a carico della testa del femore (la cosiddetta necrosi post-traumatica della testa femorale), danni che vengono causati dalla mancanza di circolazione locale che consegue al danneggiamento dei vasi sanguigni provocato dalla stessa lussazione.
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