Lacrimazione
Fuoriuscita di lacrime dagli occhi, provocata da un’irritazione oculare o da un ostacolo meccanico alla loro evacuazione.
Cause
La secrezione lacrimale è una reazione riflessa volta a proteggere la cornea irritata (corpi estranei, ulcere). Anche alcuni disturbi di origine non oculare, per esempio una rinite allergica (febbre da fieno), si manifestano con un’intensa lacrimazione. Quest’ultima può inoltre prodursi quando il dotto nasolacrimale non adempie alla propria funzione o risulta ostruito. Per esempio, in caso di ectropion (eversione della palpebra verso l’esterno), il punto lacrimale inferiore non è più in grado di “pompare” le lacrime. Nel neonato, una sottile membrana di origine embrionale può creare un ostacolo nelle vie lacrimali e, se non si riassorbe naturalmente, provocare una superinfezione.
Nell’adulto, un trauma o un’infezione a carico del sacco lacrimale (dacriocistite) possono provocare la rottura del dotto nasolacrimale.
Anche una paralisi può essere all’origine di una lacrimazione eccessiva, chiamata nel linguaggio comune lacrime di coccodrillo, che si manifesta quando il soggetto è impegnato nella masticazione.
Sintomi e diagnosi
La lacrimazione eccessiva ascrivibile a un’irritazione della cornea provoca dolore, fotofobia, difficoltà ad aprire le palpebre. Se è causata da un impedimento all’evacuazione delle lacrime, in genere il liquido emesso appare limpido, ma le superinfezioni, di frequente riscontro, possono dar luogo a secrezioni purulente che incollano le palpebre tra loro al risveglio. In assenza di superinfezione, la lacrimazione non è dolorosa.
Trattamento
Dipende dalla causa della lacrimazione. In caso di ectropion, il lavaggio delle vie lacrimali permette di far defluire senza difficoltà il liquido nelle fosse nasali. Nel lattante di 3-6 mesi, il medico asporta la membrana introducendo una sonda nelle vie lacrimali, se necessario in anestesia generale, per prevenire i movimenti intempestivi del bambino. In caso di rottura traumatica del dotto nasolacrimale, un intervento chirurgico permette di ristabilirne la continuità.
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