Ipertensione arteriosa -Conseguenze dell’ipertensione arteriosa
Poiché in genere l’aumento della pressione non provoca alcun disturbo avvertibile, è stata definita con un termine a effetto silent killer, cioè “assassino silenzioso”. L’eccessiva pressione del sangue danneggia nel tempo le arterie, potenzia l’effetto di altri elementi pericolosi per la salute (colesterolo elevato, fumo ecc.) e favorisce la comparsa di malattie gravi e a volte fatali quali l’infarto cardiaco e l’ictus cerebrale; oltre a eventi così drammatici, vi possono essere problemi meno evidenti ma sicuramente importanti quali l’insufficienza renale e il deterioramento, nel tempo, delle facoltà mentali. È quindi sbagliato attendere di avere disturbi o problemi per valutare se è presente un’ipertensione e curarla. Fortunatamente sapere se la pressione è troppo alta è facilissimo: basta misurarla (più volte se i risultati sono fuori norma)! Una volta stabilita la presenza d’ipertensione arteriosa si eseguono generalmente alcuni esami (elettrocardiogramma, esame delle urine e del sangue) che mirano a verificare sia la presenza di cause specifiche d’ipertensione sia, soprattutto, la presenza di danno “silente” in organi (cuore e rene) particolarmente sensibili alla pressione alta. Se questi organi risultano già danneggiati, il rischio di peggioramento e di eventi gravi (ictus e infarto miocardico) è particolarmente elevato e richiede quindi un intervento deciso non solo sulla pressione, ma su tutti gli altri fattori di rischio cardiovascolare (colesterolo, fumo, inattività fisica ecc.).
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