Fobia -Fobia quale?
Molte fobie sono relative a singoli oggetti, situazioni o stimoli, e vengono pertanto definite fobie semplici: esse necessitano di trattamento nella misura in cui determinano un grado di disabilità funzionale significativo.
Altre fobie sono definibili in modo più ampio: per esempio l’agorafobia, stando alla sua etimologia, dovrebbe indicare solo la paura degli spazi aperti, mentre in realtà indica un complesso disturbo in cui la persona teme anche di venire intrappolato tra la folla senza la possibilità di scappare o di ricevere aiuto in caso di bisogno, e di conseguenza evita la maggior parte delle situazioni ambientali quali strade e autostrade, mezzi pubblici, locali pubblici o attività da svolgere in mezzo a numerose persone.
Allo stesso modo, la fobia sociale coinvolge la maggior parte delle situazioni di vita in quanto l’uomo è un animale sociale e vive in funzione delle relazioni sociali e della vita comunitaria.
Il tema unificante della fobia sociale è la paura di fornire una prestazione sociale non adeguata, con conseguente imbarazzo o umiliazione. Per definizione, una situazione “sociale” è una situazione in cui la persona è vicina ad altri ed è sotto il potenziale controllo critico delle persone a lui vicine (si sente “sotto esame”).
Poiché coloro che sono affetti da questa fobia tendono a provare imbarazzo o umiliazione nelle situazioni sociali, cercano spesso di evitarle o soffrono di sintomi di ansia o angoscia significativamente gravi se non ci riescono.
Queste persone sono poi affette anche da un’altra fastidiosa complicazione: l’ansia anticipatoria, cioè la paura che possa succedere di avere i contatti sociali che temono; in altre parole questi soggetti “anticipano” l’ansia che sanno di poter provare nelle situazioni temute.
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