Ermafroditismo
Anomalia caratterizzata dalla presenza, nello stesso individuo, di tessuto ovarico e testicolare. L’ermafroditismo, indicato anche con il termine di bisessualità, è un’affezione congenita eccezionale, dovuta a un’anomalia dell’embriogenesi. Sono definiti ermafroditi soggetti le cui caratteristiche esteriori possono apparire molto diverse: puramente femminili, ambigue o puramente maschili. Anche se nei neonati l’aspetto degli organi genitali esterni è spesso ambiguo, la presenza di un pene permette di considerare questi bambini appartenenti al sesso maschile. Nella maggior parte dei casi si può comunque constatare la presenza di un utero.
Durante la pubertà, sotto lo stimolo degli ormoni sessuali, nella metà dei casi si sviluppa il seno e compare il ciclo mestruale.
La produzione di spermatozoi è assai rara, a differenza della comparsa dell’ovulazione. Una gravidanza è possibile quando il cariotipo è quello di una donna normale.
Trattamento
L’attitudine terapeutica consiste innanzitutto nello scegliere, d’accordo con i genitori, il sesso più adatto nello specifico caso, tenendo conto dell’aspetto fisico esteriore e delle condizioni degli organi genitali interni. Se non è possibile effettuare una diagnosi alla nascita, bisogna tenere conto dell’educazione data al soggetto. Durante la crescita occorre rafforzare il sesso prescelto con l’ablazione chirurgica degli organi che gli sono estranei e, se necessario, con cure ormonali.
Cerca in Medicina A-Z