CINETOSI -Le cause
La causa della cinetosi e i meccanismi tramite i quali si sviluppa non sono ancora stati chiariti del tutto. Molto probabilmente, il malessere deriva da una discordanza tra le informazioni che giungono al cervello da più sistemi sensoriali, con particolare riferimento a quelle visive e a quelle provenienti dall’apparato vestibolare. È stata in effetti determinata una “soglia” per le oscillazioni lineari e per le vibrazioni verticali, corrispondente a una zona di “incertezza percettiva” in grado di determinare la cinetosi.
La teoria causale, che pare attualmente la più verosimile, è che il disturbo rappresenti un meccanismo di difesa dell’organismo contro tossine sospette; la presenza di discrepanze tra le informazioni visive e quelle vestibolari che giungono al cervello viene infatti interpretata da quest’ultimo come la conseguenza dell’azione di sostanze tossiche presenti nell’organismo; di qui il comando cerebrale che induce il vomito, un po’ come accade quando si ingeriscono sostanze dannose.
Questa ipotesi è sostenuta dal fatto che la cinetosi è ben conservata nella scala evolutiva (ne soffrono persino i pesci, quando vengono trasportati sulla terra in un piccolo acquario), dall’evidenza che i soggetti maggiormente colpiti sono anche quelli più sensibili all’assunzione di tossici e di chemioterapie e dall’osservazione che le donne (deputate a generare la prole e quindi in generale dotate di maggiori sistemi di difesa) ne soffrono più degli uomini.
Secondo un’altra teoria, la cinetosi sarebbe provocata dall’attivazione inappropriata del riflesso vestibolo-cardiovascolare, che determina alterazioni della pressione arteriosa in risposta a movimenti oscillatori. Benché questa teoria presenti molti dati a suo sfavore, la presenza del riflesso vestibolo-cardiovascolare rappresenta un elemento di particolare importanza nella progettazione delle ambulanze: l’attuale impiego di sistemi di sospensioni che compensano le oscillazioni e riducono gli strattonamenti minimizza le alterazioni della pressione arteriosa, ma aumenta il rischio di cinetosi nei pazienti trasportati.
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