Celiachia
Detta anche malattia celiaca o enteropatia glutine-dipendente, la malattia celiaca può essere definita come un’intolleranza permanente al glutine, una sostanza costituita da un gruppo particolare di proteine dette gliadine. Il glutine è contenuto in alcuni cereali (come il frumento, l’orzo, la segale, il farro), ma non in altri (riso e mais).
Nei pazienti affetti da questa malattia, l’assunzione di cibi contenenti glutine provoca una risposta anomala del sistema immunitario; il risultato è un’infiammazione cronica e la distruzione del rivestimento interno dell’intestino tenue, con progressiva scomparsa dei villi. La patologia è caratterizzata da un’importante predisposizione genetica, con una spiccata propensione a presentarsi più volte all’interno della stessa famiglia. Considerata piuttosto rara in passato, recentemente nei Paesi occidentali è stata riscontrata all’incirca in un individuo su 150, risultato che la rende di osservazione piuttosto comune. La frequenza è peraltro maggiore tra i parenti di primo o secondo grado dei pazienti affetti dalla malattia, i soggetti portatori di sindrome di Down o di sindrome di Turner e i pazienti con deficit di immunoglobuline tipo A (IgA).
La celiachia si associa spesso ad altre patologie che vedono coinvolto il sistema immunitario, come il diabete mellito di tipo 1, le tiroiditi, la sindrome di Sjögren e l’epatite autoimmune. Può manifestarsi a tutte le età, ma nella maggior parte dei casi esordisce in età infantile (entro i 2 anni) oppure più tardivamente (intorno ai 40 anni).
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