Barbiturico
Farmaco utilizzato nel trattamento dell’epilessia o in corso di anestesia. I barbiturici (amobarbitale, butobarbitale, metoesitale, fenobarbitale, vinilbarbitale) sono derivati dell’acido barbiturico, a sua volta prodotto dalla condensazione dell’acido malonico e dell’urea. I tiobarbiturici (tiopentale) contengono anche zolfo. Trovano impiego come antiepilettici (soprattutto il fenobarbitale) o adiuvanti in anestesia (metoesitale, tiopentale).
Sebbene riducano l’attività del sistema nervoso centrale, non sono più utilizzati come ipnotici (cioè per indurre sonno) a causa dei loro effetti indesiderati. Sono controindicati in caso di allergia al prodotto, porfiria (malattia del metabolismo), insufficienza renale o respiratoria grave, gravidanza (salvo necessità) e allattamento. Si somministrano per via orale o per iniezione.
Effetti indesiderati
Uno dei principali effetti indesiderati dei barbiturici è l’assuefazione (il progressivo aumento della dose può addirittura sfociare nella tossicomania). L’azione sedativa e la sonnolenza che inducono possono risultare fastidiose; l’associazione con alcol ne aumenta l’effetto. Possono provocare reazioni cutanee, dolori articolari, ipotensione, anemie e crisi di porfiria.
Sono inoltre induttori enzimatici: stimolano cioè gli enzimi epatici responsabili della degradazione di molti farmaci (anticoagulanti orali, b-bloccanti, depressori del sistema nervoso centrale, contraccettivi orali), che di conseguenza rischiano di perdere parte della loro efficacia.
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