B-stimolante
Farmaco in grado di riprodurre alcuni effetti delle catecolamine (adrenalina, noradrenalina, dopamina) prodotte dall’organismo; viene detto anche b-adrenergico o b-simpaticomimetico. I b-stimolanti più utilizzati sono il salbutamolo e la terbutalina, oltre alla ritodrina in ambito ostetrico: si fissano sui recettori b delle cellule dell’organismo e li stimolano, mimando in parte l’azione dei mediatori del sistema nervoso simpatico, in particolare la broncodilatazione (aumento del calibro dei bronchi) e il rilassamento delle fibre muscolari uterine.
Indicazioni e controindicazioni
In pneumologia, i b-stimolanti sono indicati per dilatare i bronchi durante le crisi asmatiche, ma talvolta vengono impiegati anche prima di un’attività sportiva e nelle broncopneumopatie ostruttive (interessamento diffuso dei bronchi con difficoltà respiratoria) come la bronchite cronica. In ostetricia, contribuiscono a ridurre le contrazioni uterine quando si profila la minaccia di un parto prematuro e nei parti difficoltosi.
Le controindicazioni all’impiego di b-stimolanti sono rappresentate dall’angina non controllata dal trattamento e dall’infarto del miocardio. Quando si utilizzano questi farmaci nella forma iniettabile, l’associazione con alcuni anestetici, anti-IMAO (inibitori della monoaminoossidasi), digitalici (farmaci di competenza cardiologica) e antidiabetici è sconsigliata o richiede particolare prudenza.
I b-stimolanti possono venire somministrati per via orale o intramuscolare, ma anche sotto forma di aerosol, per nebulizzazione (tipo di somministrazione prevalente in pneumologia) o in candelette vaginali.
Effetti indesiderati
Possono insorgere disturbi neurosensoriali (agitazione, tremori, vertigini, mal di testa), digestivi (nausea, vomito) e cardiaci (palpitazioni, accelerazione del ritmo cardiaco), reazioni allergiche, iperglicemia (elevato tasso di glucosio nel sangue) oppure ipokaliemia (scarsa presenza di potassio nel sangue).
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