Autismo -Segni e sintomi
Come venne accuratamente descritto da Kanner, il disturbo autistico presenta una profonda alterazione dei rapporti sociali, in quanto i pazienti tendono a isolarsi, a rimanere distanti dalla realtà circostante e a comunicare in modo anomalo (per esempio ripetendo più volte le parole che sentono o invertendo i pronomi). Il linguaggio, che peraltro si sviluppa tardivamente, tende a essere stereotipato, ripetitivo ed eccentrico.
I pazienti possono presentare anche alterazioni della condotta, per esempio la tendenza a dondolarsi o a mettere in atto in modo ripetitivo gesti, rituali o autostimolazioni erotiche. Alcuni possono persino mostrare chiari comportamenti autolesivi, quali mutilamenti.
La compromissione cognitiva è particolarmente evidente, soprattutto a livello del pensiero astratto e simbolico e, inoltre, di solito i bambini autistici hanno difficoltà nell’interpretare le emozioni e i sentimenti altrui e appaiono indifferenti di fronte alle manifestazioni emotive delle altre persone. Sembrano passivi, distanti, inibiti nella capacità di esprimere affetti ed emozioni, tendono a evitare il contatto con gli altri, ma talora presentano forme di attaccamento ossessivo a oggetti o a persone.
Non si osservano di solito deliri né allucinazioni.
Nell’80% dei casi vi è una massiccia riduzione del QI (Quoziente Intellettivo), ma vi possono essere pazienti che evidenziano capacità insolite in materie specifiche, quali l’aritmetica, la musica e la pittura.
Nei soggetti autistici si osservano anche alterazioni del linguaggio non verbale: mimica, gestualità e, in particolare, sguardo, che in questi soggetti non è quasi mai diretto, con tendenza a guardare “di sbieco” e per lo più soltanto quelle persone dalle quali non si sentono osservati, oppure a manifestare il fenomeno noto come fuga dello sguardo, che consiste nell’evitare di incontrare gli occhi dell’interlocutore volgendo lo sguardo verso il basso.
La compromissione del linguaggio verbale e non verbale, fondamentali nella regolazione dell’interazione sociale, fanno sì che il paziente autistico non sia in grado di sviluppare e stabilire relazioni con i coetanei, adeguate al proprio livello di sviluppo. Manca la ricerca spontanea di condividere con gli altri gioie, interessi o obiettivi; di frequente, inoltre, non vi è alcuna tendenza a manifestare attenzione per gli oggetti potenzialmente interessanti oppure, paradossalmente, si possono verificare attaccamenti morbosi e ossessivi a cose o persone. Il linguaggio parlato tende a svilupparsi in ritardo rispetto alla media oppure può mancare del tutto ma, anche se presente, non consente o rende difficoltoso iniziare o sostenere una conversazione con gli altri. Anche la propensione al gioco è fortemente lacunosa: mancano giochi diversificati e spontanei e si osservano in genere solo quelli ripetitivi e monotoni, con incapacità a imitarne di nuovi. È ben noto che l’attività ludica riveste un’importanza fondamentale nello sviluppo del pensiero simbolico, che nel disturbo autistico è fortemente compromesso: è il gioco, infatti, che aiuta a distinguere il simbolo e la fantasia dalla realtà. In questa patologia, una visita specialistica neurologica accurata potrà evidenziare, oltre a vari deficit cognitivi, anche la presenza di chiari segni di danno neurologico e un ritardato sviluppo della dominanza di lato. Talvolta si possono manifestare convulsioni.
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