Cellula del sistema immunitario, responsabile delle reazioni difensive dell’organismo contro le sostanze che riconosce come estranee.
I linfociti appartengono alla famiglia dei leucociti (globuli bianchi) e rappresentano circa il 20-30% di quelli presenti nel sangue. Morfologicamente, si distinguono per le piccole dimensioni (7-9 mm di diametro), per il nucleo arrotondato o ovale e per il citoplasma, poco abbondante e povero di granulazioni.
Esistono vari tipi di linfociti, distinti di volta in volta in base alla loro funzione o ai loro marcatori di membrana, designati secondo la nomenclatura CD (Cluster of Differentiation, gruppo di differenziazione) seguita da un numero. Tali marcatori sono molecole che caratterizzano gruppi di linfociti dotati di proprietà comuni. I differenti tipi derivano dagli stessi precursori, le cellule madri linfoidi del midollo osseo ematopoietico.
Linfociti B
Queste cellule del sistema immunitario rappresentano circa il 10% dei linfociti circolanti nel sangue e si sviluppano nel midollo osseo (in inglese bone marrow, da cui il loro nome). I linfociti B sono responsabili della risposta immunitaria umorale: sono specializzati nella produzione di anticorpi, che secernono dopo essersi trasformati in plasmociti e che diffondono negli umori (fluidi) dell’organismo. La loro attivazione avviene in più tappe: i linfociti B portano immunoglobuline (o recettori antigenici) sulla loro membrana citoplasmatica e ogni linfocita possiede un proprio tipo di immunoglobulina. Quando uno di essi incontra un antigene circolante, complementare alla sua immunoglobulina, interpreta questo fatto come un segnale per produrre anticorpi (immunoglobuline identiche a quelle della sua membrana, ma in forma solubile) che si oppongano a questo antigene estraneo. Tutti i linfociti nati dalla divisione di tale linfocita B formano un gruppo chiamato clone e sono dotati della stessa specificità e della stessa funzione della cellula madre.
Linfociti T
Si tratta di cellule del sistema immunitario, la cui maturazione avviene nel midollo osseo e poi nel timo, la ghiandola situata nella parte alta del petto, dietro lo sterno (da cui il nome). I linfociti T si dividono in due popolazioni responsabili della risposta immunitaria di tipo cellulare.
Linfociti T CD4 helper Detti anche T4, sono specializzati nella secrezione di citochine (tra cui le interleuchine), molecole che permettono loro di cooperare con altre cellule, incaricate dell’eliminazione dell’antigene.
Linfociti T CD8 Comprendono due tipi di cellule: i linfociti citotossici, in grado di uccidere le cellule estranee cancerose o quelle infettate da un virus, e i linfociti T suppressor, il cui compito è controllare le risposte immunitarie.
Come i linfociti B, i linfociti T possiedono molecole di membrana (recettori antigenici) atte a riconoscere l’antigene da combattere. Quest’ultimo tuttavia deve essere presentato da una cellula specializzata, come un macrofago, che degrada l’antigene e ne associa i residui alle molecole del complesso maggiore di istocompatibilità (Major Histocompatibility Complex, MHC). È da queste molecole, variabili da un individuo all’altro, che dipende anche la possibilità di trapianto tra due soggetti.
Cellule natural killer (NK)
Sono affini ai linfociti T, con i qualicondividono alcuni marcatori di membrana. Sono dotate di un’attività citotossica naturale, che esercitano in modo spontaneo per distruggere cellule infettate da virus o neoplastiche. Le loro proprietà possono essere potenziate da interleuchine secrete dai linfociti T; si parla allora di cellule LAK (Lymphokine-Activated Killer, ossia killer attivate dalle linfochine). L’utilizzo di queste cellule nel trattamento di alcune forme di cancro è ancora allo stadio sperimentale.
Indagini
I linfociti vengono sottoposti a indagini quantitative mediante conta della formula ematica: lo studio dei vari gruppi di differenziazione si basa sull’esistenza di molecole di membrana, messe in evidenza da tecniche di immunofluorescenza. Esistono inoltre metodi di indagine più complessi, che permettono in particolare di studiare la capacità di risposta dei linfociti a segnali di attivazione.
Patologie
I linfociti possono proliferare (leucemia), diminuire di numero o presentare anomalie funzionali (deficit immunitario congenito o acquisito). Inoltre, esistono numerose malattie legate a diverse disfunzioni dei linfociti, come le malattie autoimmuni (sclerosi a placche, diabete insulinodipendente, lupus eritematoso sistemico e così via) o allergiche (asma, febbre da fieno).