Detto di soggetto suscettibile di assicurare la trasmissione di un carattere ereditario senza manifestarlo necessariamente; per estensione, con questo termine si indicano le strutture biologiche che, come il cromosoma, veicolano tale carattere.
Il termine è generalmente impiegato in riferimento a malattie che si trasmettono in modo recessivo (come la fibrosi cistica). In questi casi, il gene portatore deve essere ricevuto da entrambi i genitori perché il figlio sviluppi la malattia, la cui manifestazione non è dunque sistematica; una patologia a trasmissione dominante si esprime invece in tutti i soggetti portatori del gene responsabile.
Portatore attivo Portatore che trasmette un microrganismo specifico durante un determinato tempo d’osservazione.
Portatore convalescente Portatore che continua a trasmettere un microrganismo specifico anche dopo la scomparsa dei sintomi clinici della malattia.
Portatore cronico Soggetto che ospita un microrganismo specifico per un lungo periodo di tempo.
Portatore cronico di tifo, per esempio, è una persona che ha ospitato per un anno o più la Salmonella typhi.
Portatore in incubazione Soggetto che trasmette un microrganismo specifico durante la fase d’incubazione della malattia.
Portatore sano Soggetto che ospita un microrganismo patogeno senza sviluppare la malattia, ma che può provocarla in un individuo al quale ha trasmesso tale microrganismo.
Portatore sporadico Portatore che trasmette un microrganismo specifico a intervalli sporadici senza essere affetto da alcun sintomo morboso.
Portatore temporaneo Portatore che trasmette un microrganismo specifico per un breve periodo di tempo, come accade dopo la guarigione.