Riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue: è un segno che permette di valutare la gravità dello stato di un paziente. L’ipossia indica un’insufficienza respiratoria, ma si osserva anche nelle cardiopatie in fase avanzata: tecnicamente si verifica quando l’emogasanalisi (che permette di valutare il livello di ossigeno e anidride carbonica nelle arterie) rivela una pressione parziale di ossigeno (PaO2) inferiore a 80 mmHg (unità tradizionale) o a 10,6 kPa (unità del Sistema Internazionale). La sua conseguenza è una diminuzione dell’afflusso di ossigeno alle cellule dell’organismo, talvolta definita ipossia cellulare, che oltre a dar luogo a dispnea e dolore toracico, può incidere sulla funzionalità cerebrale, cardiaca e renale. Il trattamento, rivolto alla malattia soggiacente, può essere affiancato dalla somministrazione di ossigeno.
Ipossia da diffusione Ipossia che può verificarsi al termine di un’anestesia con somministrazione di protossido d’azoto-ossigeno e che si ritiene sia il risultato della diffusione del protossido d’azoto verso l’esterno, con riduzione della concentrazione di ossigeno negli alvoli.