Sierodiagnostica
Tecnica di laboratorio a fini diagnostici che permette di identificare gli anticorpi specifici di un agente patogeno nel siero di un malato. Quasi tutte le malattie batteriche, virali o parassitarie possono essere diagnosticate in questo modo; la tecnica varia a seconda del germe ricercato. Tuttavia, trattandosi soltanto di un test diagnostico indiretto, la sua sensibilità, affidabilità e specificità non sono assolute. Non ha quindi lo stesso valore dell’isolamento o dell’identificazione dell’agente patogeno, o dell’individuazione dei suoi componenti (antigene presente sulla superficie di un germe, acido nucleico virale).
Risultati
Ci si avvale di tecniche diverse, come l’agglutinazione, l’emoagglutinazione, la precipitazione su gel, l’immunoelettroforesi, l’immunosineresi, la fissazione del complemento, la neutralizzazione, l’immunofluorescenza indiretta, i vari test immunoenzimatici, radioimmunologici o di immunotrasferimento (western blot, impiegato soprattutto per confermare una sieropositività all’HIV).
Malattie virali
La regola consiste nel ricercare la presenza di anticorpi specifici in due prelievi di siero, eseguiti a 8-10 giorni di distanza uno dall’altro (il primo, se possibile, nelle fasi iniziali della malattia). Questo permette di evidenziare sia una conversione sierologica, o sieroconversione, se il primo siero risulta privo di anticorpi mentre il secondo ne contiene, a un titolo (concentrazione) più o meno elevato, sia un significativo aumento del titolo di anticorpi, se tale titolo risulta almeno quadruplicato tra i due prelievi. Se il primo prelievo non viene compiuto alle prime avvisaglie della malattia, i titoli osservati potrebbero essere identici nei due sieri, e l’interpretazione dei risultati riuscirebbe difficoltosa. In tal caso è indispensabile far ricorso ad altre tecniche, come la ricerca di anticorpi di tipo M (IgM) specifici, indicativi di un recente contagio a opera dell’agente infettivo.
Malattie batteriche e parassitarie
È difficile ottenere risultati precisi con due prelievi ravvicinati, in particolare se si tratta di infezioni croniche, come spesso avviene in parassitologia. In tal caso si ricercano profili sierologici più o meno indicativi della durata e dell’evoluzione della patologia. Questo procedimento è valido anche per la diagnosi di alcune virosi (mononucleosi infettiva, dovuta al virus di Epstein-Barr).
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