Raffreddore -Epidemiologia
Il raffreddoreè certamente l’evento morboso più frequente tra le patologie acute: rappresenta infatti, da solo, il 50-60% di tutte le patologie dell’apparato respiratorio.
Pur non essendo una malattia grave per la salute, ha costi sociali e sanitari che superano i 250 milioni di euro in ragione della sua grande incidenza: basti pensare che ogni anno colpisce, solo in Italia, 22 milioni di persone, pari al 46% della popolazione sopra i 14 anni, e provoca la perdita di 40.000 giornate di lavoro e di 20.000 giorni di scuola. Com’è noto, il raffreddore ha una stagionalità. Di norma, si verificano tre picchi stagionali per anno: uno si osserva in autunno, un altro a metà inverno e un terzo in primavera. La frequenza del raffreddore è legata alla circolazione quasi continua, nei vari mesi dell’anno, dei virus responsabili di tale affezione. Più del freddo vero e proprio, fattori predisponenti il raffreddore sono le brusche variazioni della temperatura, cui il sistema immunitario non riesce a far fronte tempestivamente, e le condizioni fisiche individuali.
Anche l’età dei pazienti incide sul raffreddore e sulle sue eventuali complicanze.
Nell’adulto, si registrano tra i due e i quattro episodi di raffreddore all’anno, mentre nel bambino sono due o tre/quattro volte più frequenti. Inoltre, nel bambino anche le complicanze sono più frequenti e assumono un andamento più insidioso. In talune popolazioni, non è raro incontrare tassi di infezione superiori a 3 all’anno per persona.
Bambini e genitori, oltre al personale scolastico, presentano un rischio di infezione più elevato, forse a causa dell’elevata densità di popolazione delle scuole e della facilità di trasmissione tra membri della stessa famiglia.
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