Induttore enzimatico
Sostanza, farmacologica o meno, con effetto stimolante sull’attività degli enzimi epatici che partecipano al metabolismo (degradazione) di altre sostanze farmacologiche. Gli induttori enzimatici possono essere farmaci (fenobarbital, fenitoina, rifampicina e così via) o prodotti di varia origine (alcol, tabacco e così via).
Effetti indesiderati
Stimolando l’attività degli enzimi epatici, queste sostanze riducono l’efficacia di un farmaco somministrato in contemporanea, in quanto ne accelerano il metabolismo. Possono altresì potenziarne la tossicità e gli effetti indesiderati, accelerando e aumentando la formazione dei prodotti di scarto (metaboliti), che a volte sono molto più nocivi del farmaco stesso. Questi fenomeni costituiscono quindi una forma di interazione farmacologica.
Per esempio l’azione contraccettiva della pillola può essere attenuata dalla contemporanea assunzione di barbiturici (fenobarbital e così via), per cui tale associazione è controindicata. Il metabolismo della digossina viene accelerato dai barbiturici e da altri induttori enzimatici. Se un paziente che assume insieme fenobarbital e un anticoagulante a dosi potenziate (per via di questa associazione) interrompe bruscamente il fenobarbital, può andare incontro a emorragie.
È quindi indispensabile che l’assunzione di induttori enzimatici sia effettuata sotto stretto controllo medico.
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