Bulimia e altri disturbi del comportamento alimentareAnoressia NERVOSA -Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder)
Binge è un termine inglese inizialmente utilizzato per indicare “bere smodato” e poi riferito all’alimentazione, negli anni cinquanta del Novecento, dal dottor A.J. Stunkard della University of Pennsylvania, il quale aveva notato la presenza di “abbuffate” in pazienti obesi. Caratterizzato dalla presenza di abbuffate e dall’assenza di pratiche di compenso (vomito, lassativi), nella maggior parte dei casi si associa all’obesità, ed è spesso responsabile dell’incapacità di questi pazienti a seguire diete restrittive.
Il disturbo viene riconosciuto in presenza di:
- episodi ricorrenti di “abbuffata” per 2 giorni la settimana, in un periodo di 6 mesi;
- condizioni quali mangiare molto più rapidamente del normale, mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni, mangiare molto anche se non ci si sente affamati, mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per la quantità di cibo che si sta ingerendo, provare disgusto verso se stessi, sentirsi depressi o molto in colpa dopo le abbuffate;
- marcato disagio per gli episodi di abbuffata.
Come per gli altri disturbi alimentari, i pazienti (spesso depressi) sono sempre fortemente preoccupati per il cibo, il peso e la forma del proprio corpo che tendono a percepire come molto più grasso di quanto non sia in realtà con conseguente profondo disagio.
Quali terapie per i disturbi del comportamento alimentare? I disturbi del comportamento alimentare possono essere curati e avere buone prospettive di guarigione solo se affrontati precocemente e in modo adeguato. La terapia più indicata è quella che prevede l’intervento di un team “multidisciplinare” (medico internista, psichiatra, psicologo, dietologo) perché permette di affrontare tutte le aree interessate da questi disturbi.
L’obiettivo è molteplice: ristabilire la salute dell’organismo, motivare i pazienti alla cura, ristabilire un ritmo alimentare adeguato che consenta sia l’eliminazione del sintomo sia il ripristino del peso normale e, infine, indagare sulle cause psicologiche alla base del disturbo del comportamento alimentare.
Dal momento che le teorie sulle cause psichiche di questi disturbi sono numerose, anche le cure sono diverse: terapia cognitivo-comportamentale (molto diffusa), terapia familiare (in pazienti molto giovani) e terapia psicodinamica. I farmaci (non ne esistono di indicati ufficialmente per il trattamento dell’anoressia e del disturbo da alimentazione incontrollata, mentre per la bulimia è usata la fluoxetina) possono essere di aiuto se inseriti nel contesto di un progetto di cura multidisciplinare e pare possano ridurre il rischio di ricadute.
I farmaci possono invece essere utili per trattare la depressione, che spesso è presente in questi pazienti. [E. M.]
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