Le insidie della chirurgia della spalla

Le operazioni chirurgiche effettuate su questo distretto hanno spesso bisogno di un nuovo intervento



Gli interventi chirurgici alla spalla vengono spesso percepiti come minori, nonostante si rendano indispensabili per alleviare il dolore e l’impotenza funzionale.

Talvolta poi, si rende necessaria una reiterazione dell’intervento stesso: le condizioni che più di frequente richiedono un nuovo intervento in sala operatoria comprendono l’instabilità gleno-omerale, la patologia della cuffia dei rotatori, la patologia del capo lungo del bicipite e l’artrosi gleno-omerale, come pure gli interventi di protesi della spalla.


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Gli interventi chirurgici alla spalla possono andare incontro a fallimento e necessitano di un intervento secondario al primo: i dati statistici dicono che, dopo un trattamento in artroscopia alla spalla effettuato su pazienti con meno di 20 anni, c’è una probabilità di successo del 15%, una percentuale che si dimezza sino al 7% se lo stesso intervento è effettuato su pazienti con più di 25 anni.

Il motivo del fallimento così frequente degli interventi a livello della spalla sono da ricercare sia nelle altre patologie che possono affliggere il paziente e che sono tanto più frequenti quanto maggiore è l’età del paziente, sia nella scarsa attenzione del soggetto durante il periodo post-operatorio, quando continuando a sottopone il proprio arto a stress inappropriato, si danneggia la cicatrice che si sta formando a livello dei tendini o dei legamenti su cui si è andati a intervenire.

Sul processo di guarigione degli interventi chirurgici alla spalla influisce molto negativamente la patologia diabetica, che va interferire con il normale deflusso del sangue nel microcircolo, rendendo molto più difficoltoso il normale processo di riparazione dei tessuti.

Questa patologia, inoltre, aumenta il rischio di rigidità post-operatoria ed espone la lesione a un maggior rischio di infezione.

Il fattore che però incide più negativamente sull’esito positivo di un intervento alla spalla è il tabagismo, poiché il fumo impedisce la corretta guarigione dei tessuti in generale, ma soprattutto dei tendini della cuffia dei rotatori.

Non è un caso che uno studio scientifico americano condotto sulla questione abbia evidenziato come un intervento di sutura della cuffia abbia un esito buono o eccellente nell’85% dei pazienti non fumatori e solo nel 35% dei pazienti fumatori.

Come precisa il dottor Andrea Grasso, specialista in Chirurgia Ortopedica, «non tutti i casi di intervento fallito alla spalla tornano in sala operatoria. Questa eventualità deve essere sempre discussa con il paziente, tenendo conto di fattori come l’età, la condizione generale di salute e lo suo stile di vita».

«È fondamentale essere chiari con il paziente e dirgli chiaramente cosa può aspettarsi dalla chirurgia: non sempre è possibile risolvere il problema al 100% e tornare ad una restitutio ad integrum. Proprio il paziente deve decidere cosa è più importante per lui, anche se secondo la mia esperienza, chi accetta di subire un nuovo intervento lo fa perché vuole eliminare il dolore dalla sua esistenza e accetta, di converso, alcune eventuali limitazioni nella mobilità e nella funzionalità dell’arto» conclude l'esperto.

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