Sul web si parla ancora molto di orgasmo vaginale e punto G: in realtà negli ultimi anni le ricerche mediche hanno scoperto nuovi risultati e orizzonti. La confusione rischia di diffondere informazioni errate con ripercussioni negative per la vita sessuale femminile. Ecco perché ci sembrava importante sfatare alcuni miti e scoprire i segreti sull'orgasmo grazie al Dott. Vincenzo Puppo, medico-sessuologo, del Centro Italiano di Sessuologia (CIS), originario di Sapri e residente a Firenze.
Si parla molto di orgasmo vaginale e punto G: secondo i suoi studi, pubblicati su Clinical Anatomy, cosa può dire al riguardo?
«Dal punto vista fisiologico la vagina non ha alcun ruolo nell’orgasmo femminile. Il punto G è stato inventato 30 anni fa e il nome di Grafenberg è stato utilizzato per dare l’impressione che avesse una base scientifica: Grafenberg nel 1950 non ha scoperto un punto sensibile sulla parete vaginale anteriore o nell’uretra femminile. L’orgasmo vaginale e il punto G non esistono. L’orgasmo femminile, questo è il termine corretto, è possibile in tutte le donne e a tutte le età con una stimolazione efficace degli organi erettili femminili (clitoride, piccole labbra, ecc.)»
Qual è la lezione più importante sul sesso che dobbiamo (ancora!) imparare?
«Che è un processo di apprendimento: una buona sessualità si impara! Per questo in educazione sessuale e nei mass-media devono essere divulgate certezze scientifiche per tutte le donne. Il “problema” è che i sessuologi non studiano l’anatomia sessuale femminile su testi specialistici, divulgando molte opinioni personali senza basi scientifiche, che però hanno ripercussioni negative sulla vita sessuale delle donne di tutto il mondo, perché causano ansie e complessi inesistenti perché l’orgasmo vaginale non esiste. Il compito principale oggi della sessuologia deve essere l’educazione al piacere, non alla procreazione. In educazione sessuale i sessuologi devono preparare i/le ragazzi/e ai vari imprevisti a cui potranno andare incontro nei primi approcci sessuali, rassicurandoli sulle loro capacità che aumenteranno con l’esperienza».
Come cambia il piacere femminile e il corpo della donna nella vita?
«Quello che spiegano i sessuologi alle donne non riguarda gli organi del piacere ma quelli della riproduzione (vagina ecc.): dopo la menopausa la clitoride non mostra modificazioni evidenti, la capacità orgasmica non subisce variazioni, e si possono sempre avere orgasmi multipli in tutte le donne. Orgasmi nella donna anziana sono sempre possibili con il partner: con la masturbazione reciproca, il rapporto orale, e il rapporto vaginale con la contemporanea stimolazione della clitoride. Mentre per le donne sole, con la masturbazione possono ancora godere del proprio corpo, durante tutta la loro senescenza».
Quali considera essere gli errori più grandi e frequenti quando si parla di sessualità e orgasmo femminile?
«L’errore più grande è quello di usare ancora più termini per l’orgasmo delle donne: vaginale, clitorideo, misto, uterino, del punto G ecc. Invece si deve usare solo “orgasmo femminile”, proprio come “orgasmo maschile” per gli uomini. Purtroppo il mantenimento dell’ignoranza sulla sessualità/orgasmo femminile è un grande business, contro la salute sessuale delle donne, perché i sessuologi basano la diagnosi delle disfunzioni sessuali femminili proprio sull’orgasmo vaginale. Le donne che riportano l'orgasmo vaginale usano questo termine perché è usato dai sessuologi da 100 anni, ma è errato dal punto di vista scientifico, perché è sempre scatenato dagli organi erettili: la vagina non ha una struttura anatomica capace di causare orgasmi. Per le donne (poche) che usano il termine orgasmo vaginale non cambia niente se si comincia ad usare ”orgasmo femminile”, però per miliardi di donne in tutto il mondo è importante perché non si sentiranno più anormali o “patologiche” o di “serie B” se non hanno il cosiddetto orgasmo vaginale»
I diritti sessuali delle donne sono diritti umani fondamentali e universali: il piacere sessuale, incluso l’autoerotismo, è fonte di benessere fisico e psicologico, e contribuisce alla felicità umana. Quali sono i problemi e i dubbi di cui si accorge più spesso con le sue pazienti e cosa vorrebbe comunicare alle donne?
«Il “problema” è che le donne (e gli uomini) pensano (gli fanno credere dalla pubertà in poi) che il rapporto completo è il rapporto pene-vagina, ed è questa la causa delle tante ansie e insoddisfazioni delle donne. I sessuologi devono definire fare sesso/fare l’amore: orgasmo per entrambi i partner con o senza il rapporto vaginale, definizione per tutti gli esseri umani. Tutte le ragazze/donne devono sapere che la masturbazione è normale a qualsiasi età e anche con il partner, e devono sapere che con la (semplice) stimolazione contemporanea della clitoride con le dita, tutte le donne possono avere orgasmi nel rapporto vaginale, anche la “prima volta” e dopo la menopausa, e in tutte le posizioni. Inoltre dato che l’orgasmo vaginale non esiste, anche la durata del rapporto pene-vagina non ha importanza: l’eiaculazione precoce non è una malattia! Dopo l’orgasmo maschile in vagina, le donne poi possono avere orgasmi con le dita del partner: l’eiaculazione maschile non significa la fine del rapporto sessuale. Non è il pene, ma sono le mani che i maschi devono sapere dove e come usare. In conclusione: cosa vorrei comunicare alle donne? Che: Conoscenza = Libertà!»