Seimila chilometri in 100 giorni, con tappe di due giorni in 31 città italiane. È l’ambulatorio mobile che l’8 marzo ha inaugurato a Napoli il tour della prevenzione al femminile (nella foto qui sopra la nostra giornalista Rossella Briganti, che si è sottoposta ai test di screening).
Piazza dopo piazza, viene offerta gratuitamente a tutte le donne la possibilità di salire sul track, per essere accolte da un medico pronto a sottoporle a un check-up cardiovascolare e a una Moc (mineralometria ossea computerizzata). Un progetto itinerante, ribattezzato Prevenzione Possibile, che è stato realizzato con il patrocinio della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare, della Federazione italiana medici di medicina generale, della Federazione nazionale unitaria titolari di farmacia, della Federfarma-Sunifar e con il contributo incondizionato dell’azienda farmaceutica Mylan.
Un'occasione per prenderti cura di te stessa
Ma quali esami vengono fatti a bordo del track? «A ogni donna vengono misurati i principali fattori di rischio cardiovascolare: il peso e il girovita, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca tramite ECG (elettrocardiogramma), la saturazione dell’ossigeno, la misurazione del colesterolo attraverso il test del pungidito (basta una goccia di sangue) e la densità ossea della tibia per mezzo di una Moc portatile», spiega la dottoressa Gabriella Levato, membro del comitato scientifico e medico di base a Cologno Monzese.
«È molto importante che la donna si sottoponga a questo screening della salute al femminile, perché molto spesso varca la porta dello studio medico solo per i propri cari (soprattutto per i figli), anteponendo le loro esigenze alle proprie. Senza sapere che magari soffre di ipertensione arteriosa o che manifesta già a 50 anni una demineralizzazione ossea».
Le malattie del cuore colpiscono le donne più dei tumori
«In Italia, il 48,4% dei decessi femminili sono imputabili a malattie cerebrovascolari, come l’ictus o l’infarto, contro il 23,8% dovuti al tumore. Eppure le donne continuano ad avere più paura del secondo e si attivano per la prevenzione oncologica (screening del seno, della cervice uterina e del colon-retto), ma poco per la salute cardiovascolare», spiega il professor Stefano Carugo, responsabile scientifico del progetto Prevenzione Possibile e direttore della UCIC e UOC di cardiologia dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano.
«Occorre, invece, ricordare che oggigiorno le malattie del cuore, dopo i 55 anni, colpiscono più le donne degli uomini. Le ragioni del sorpasso sono tante, ma riassumibili con il fatto che sono venuti meno i tradizionali fattori di protezione.
Oggi la donna fa meno figli (gli ormoni sono amici del cuore), conduce una vita stressante, fuma, mangia male, ingrassa e spesso, assorbita tra famiglia a lavoro, non riesce a praticare una regolare attività fisica».
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Articolo pubblicato sul n. 13 di Starbene in edicola dal 13/03/2018