Intervento chirurgico che consiste nel sezionare la mucosa vaginale e/o i muscoli superficiali del perineo, per ingrandire l’orifizio della vulva e facilitare l’espulsione del feto quando il parto lo richiede.
Indicazioni
La decisione se praticare o meno l’episiotomia dipende dal giudizio dell’ostetrico: la frequenza di questa procedura dipende quindi dalla struttura in cui si svolge il parto. Non viene effettuata sistematicamente nella primipara (donna che partorisce il suo primo figlio). Se è già stata eseguita una volta, le episiotomie successive verranno praticate nella stessa zona. Le indicazioni più frequenti sono la necessità di far nascere un bambino di grandi dimensioni, la posizione podalica (presentazione “di piedi” del feto) o l’estrazione con il forcipe. Viene inoltre effettuata nelle pazienti con anomalie congenite del perineo o in quelle sottoposte a escissione rituale. Questo intervento permette di prevenire eventuali lacerazioni del perineo e di evitare l’insorgenza a lungo termine di disturbi urinari, tra cui l’incontinenza.
Svolgimento e sorveglianza
L’incisione e la sutura vengono eseguite in anestesia locale o peridurale. L’incisione può essere laterale o mediana (diretta verso l’ano). Il trattamento postoperatorio consiste nella disinfezione più volte al giorno, e comporta toilette e asciugatura con aria calda ogni volta che la paziente defeca o urina, sino alla rimozione del filo di sutura, che in genere avviene il quinto giorno. I rapporti sessuali possono riprendere dopo la cicatrizzazione completa, che ha luogo circa 3 settimane dopo il parto.