Sostanza che provoca una broncodilatazione (aumento del diametro dei bronchi). I farmaci broncodilatatori si prescrivono per attenuare la difficoltà respiratoria in caso d’asma e di bronchite cronica. Esplicano questo effetto anche alcune sostanze naturali dell’organismo, come l’adrenalina.
Tipi di broncodilatatori
Gli anticolinergici (oxitropio, ipratropio) inibiscono i recettori dell’acetilcolina, mediatore del sistema nervoso parasimpatico che di norma è broncocostrittore. La loro azione è meno regolare e rapida di quella dei b-stimolanti, ai quali possono essere associati. I b-stimolanti propriamente detti (salbutamolo, terbutalina) provocano il rilassamento dei muscoli bronchiali. Per la loro rapidità d’azione e l’assenza di tossicità maggiore, sono i più importanti broncodilatatori, se somministrati sotto forma di aerosol; in genere sono molto efficaci nell’arrestare una crisi asmatica. Tuttavia, se si ritiene necessario aumentare le dosi a causa della progressiva perdita di efficacia di questi farmaci, occorre consultare immediatamente il medico, in quanto potrebbe trattarsi di un segno di brusco aggravamento dell’asma, che talvolta richiede il ricovero in ospedale.
La teofillina e gli altri farmaci della famiglia delle xantine determinano rilassamento muscolare. Tali sostanze sono oggi meno utilizzate come broncodilatatori a causa della loro tossicità (in particolare, rischio di convulsioni in caso di sovradosaggio). Una somministrazione prolungata impone quindi di tenere sotto controllo i livelli ematici.