Reflusso gastroesofageo -Terapia
La terapia della MRGE ha lo scopo di alleviare i sintomi e di far guarire o prevenire l’insorgenza delle lesioni esofagee; può essere distinta in medica o chirurgica e in terapia per la fase acuta o a lungo termine.
In presenza di un reflusso di recente insorgenza, la terapia utilizzata è quella medica, consistente nell’adozione di abitudini quotidiane che possono ridurre l’entità del reflusso e nell’utilizzo di farmaci che consentono di abbassare l’acidità del materiale che refluisce dallo stomaco. Questi farmaci appartengono essenzialmente a due categorie: i cosiddetti antiacidi (che contrastano l’acidità del materiale gastrico con un meccanismo chimico; questi farmaci sono disponibili in forma di compresse, sciroppi o bustine e vanno assunti in genere più volte al giorno) e i farmaci che riducono la produzione di succhi acidi da parte dello stomaco stesso (quelli di gran lunga più utilizzati ed efficaci sono i cosiddetti inibitori della pompa protonica, PPI, dei quali sono disponibili molte diverse molecole e prodotti commerciali). Dopo aver risolto i sintomi acuti con questi farmaci è possibile tentarne la sospensione; in caso di recidiva dei disturbi, peraltro molto comune, può essere impiegata una terapia a lungo termine con lo stesso farmaco che è risultato efficace nella fase acuta, ma al dosaggio più basso che consente di controllare i sintomi; la terapia a lungo termine può anche essere effettuata a giorni alterni, a cicli oppure al bisogno. Nei pazienti con sintomi atipici di MRGE è spesso necessaria una terapia con PPI a dosaggio elevato per controllare completamente i sintomi. In presenza di esofagite è indispensabile una terapia con PPI prolungata (per 1-3 mesi, a seconda della gravità) per far guarire le lesioni. Nei pazienti con esofagite severa o con frequenti recidive dei sintomi è consigliabile una terapia di mantenimento continuativa, anche per prevenire possibili complicanze come i restringimenti cicatriziali o l’esofago di Barrett. In caso di sintomi persistenti per lungo tempo, anche in corso di terapia medica a dosaggio massimale, e in presenza di complicanze severe della MRGE, in particolare nei pazienti giovani, può essere utilizzata la terapia chirurgica. Essa consiste in un intervento di gastroplastica il cui nome tecnico è fundoplicatio secondo Nissen: l’intervento consiste nell’avvolgere il fondo gastrico attorno all’ultima parte dell’esofago, in modo da migliorare la continenza dello sfintere esofageo inferiore. Questa operazione, che può essere effettuata eventualmente anche in laparoscopia, ma che non è comunque priva di possibili complicanze e non sempre garantisce un esito soddisfacente, viene riservata solo a casi gravi e selezionati. [E. G.]
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