Polimorfismo
- Presenza contemporanea di più forme, sia negli individui adulti all’interno di una specie, sia negli individui in fase di sviluppo, detta anche pleomorfismo.
- Presenza di uno qualsiasi di due o più fenotipi geneticamente distinti all’interno di una specie, il meno comune dei quali appare con una frequenza che non può essere mantenuta dalla sola mutazione ricorrente (essendo la frequenza stabilita comunemente e arbitrariamente a 0,01 o più). Il termine può essere usato in riferimento alle sequenze di nucleotide, agli alleli, alle proteine o ai cromosomi.
Polimorfismo cromosomico Condizione in cui si trova una qualsiasi di una o più variazioni strutturali in un dato cromosoma all’interno di una specie, la meno comune delle quali non è mantenuta da mutazione ricorrente. Per convenzione, essa non è associata a sindromi cliniche. È rilevabile all’esame cellulare secondo la presenza o assenza di satelliti e la variazione nella misura di satelliti, eterocromatina centromerica e bande cromosomiche, oppure nella sistemazione delle bande cromosomiche.
Polimorfismo genetico Esistenza simultanea in una data popolazione di allevamento di due o più alleli in un specifico locus genetico a frequenze che non possono essere mantenute solo con la mutazione. Il più raro appare a una frequenza maggiore di 0,01.
Cerca in Medicina A-Z