MESOTERAPIA -Come agisce la mesoterapia?
Poiché l’assorbimento del farmaco a livello del derma è piuttosto lento, in questa sede si formerà un piccolo deposito della sostanza iniettata che andrà esaurendosi in tempi che superano le 12 ore. Quest’azione prolungata del medicamento interesserà soprattutto i recettori del distretto in cui è presente la patologia da trattare; soltanto una minima parte delle molecole medicamentose entrerà in circolazione. Da quanto detto si può comprendere come mai nelle problematiche localizzate in un determinato distretto del corpo (cosiddette patologie locoregionali) la via mesoterapica sia l’unica in grado di portare il farmaco vicino al luogo in cui è situata la patologia: tali farmaci infatti, se iniettati nel derma, giungono attraverso i canali interstiziali (la cosiddetta terza circolazione di Multedo) direttamente nelle zone malate senza subire diluizioni e attraversano gli organi filtranti solo dopo avere agito sull’organo bersaglio. In questo modo vengono risparmiati dall’azione dei farmaci concentrati i tessuti sani e viene evitato all’organismo un inutile sovraccarico chimico da parte degli organi destinati a “portar via” dal corpo le sostanze estranee o i loro derivati (cosiddetti organi emuntori). È noto infatti che tutte le altre vie di somministrazione dei farmaci prevedono il loro transito attraverso polmone, rene, cute e fegato, organi funzionanti come filtri metabolici che, alla stregua di stazioni-laboratorio dislocate lungo la circolazione generale, li trattengono e li metabolizzano in vario grado. La permanenza nell’organismo delle molecole attive introdotte per le varie vie è tanto minore quanto più attivi ed efficaci sono gli organi emuntori; in caso contrario (per esempio nei pazienti con insufficienza epatica, renale ecc.) tale tempo di permanenza aumenta e di pari passo cresce la tossicità potenziale del farmaco impiegato.
Cerca in Medicina A-Z