Iperlipidemia
Anomalo aumento dei livelli di lipidi nel sangue, noto anche come iperlipoproteinemia.
Tra le classificazioni delle iperlipidemie, la più usata è quella di De Gennes, che tiene conto solo dell’aumento dei livelli ematici di colesterolo (ipercolesterolemie) e trigliceridi (ipertrigliceridemie) e comprende tre gruppi di affezioni: le ipercolesterolemie, ereditarie o acquisite; le ipertrigliceridemie, favorite dall’abuso di alcol e dall’assunzione eccessiva di glucidi e calorie (sovrappeso); le iperlipidemie miste, che consistono nell’associazione delle due patologie precedenti. Un’iperlipidemia può anche essere dovuta a un’altra affezione (diabete mellito, malattie della ghiandola tiroide, nefropatie, malattie epatobiliari) o all’assunzione della pillola contraccettiva. Solo le forme più gravi danno luogo a sintomi percepibili dal paziente. Il colesterolo può provocare xantomi (macchie cutanee giallastre), mentre i trigliceridi possono essere causa di una pancreatite acuta (infiammazione acuta del pancreas). A lungo termine, anche nelle forme benigne sussiste il rischio di aterosclerosi (ispessimento della parete interna delle arterie da parte di ateromi, che ne restringono il lume).
Trattamento
Consiste in un regime alimentare povero di colesterolo e trigliceridi, che qualora si dimostri inefficace deve essere affiancato da farmaci ipolipemizzanti. Se l’iperlipidemia è la conseguenza di una malattia, quest’ultima deve essere trattata.
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