Fistolografia
Atto radiografico che rende visibile il tragitto di una fistola.
La fistolografia richiede l’uso di un mezzo di contrasto radiopaco iodato idrosolubile.
Nel caso di una fistola che si apre all’esterno sulla pelle (per esempio la fistola anale), questo prodotto viene introdotto attraverso l’orifizio cutaneo, con un piccolo catetere.
L’esame di una fistola interna, tra due visceri, è più difficile. Si può opacizzare uno dei due visceri in modo che la fistola venga rilevata con la radiografia, che evidenzia il passaggio del mezzo di contrasto nell’altro viscere.
Le immagini radiografiche, eventualmente completate da una TC, permettono di visualizzare il tragitto della fistola, i suoi rapporti con gli organi vicini e la presenza di un eventuale ascesso; tutte queste informazioni possono essere utili per stabilire la strategia terapeutica. Di solito, la fistolografia rappresenta un valido esame preoperatorio.
Effetti secondari
Dipendono dalla tecnica usata per visualizzare la fistola. Gli esami semplici hanno poche controindicazioni, che dipendono generalmente da un’eventuale allergia allo iodio. Nelle situazioni più complesse, la fistolografia viene sostituita da altri esami (endoscopia, ecografia, TC, risonanza magnetica).
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