COLPO DI FRUSTA -Il trattamento
Dopo un trauma distorsivo cervicale da colpo di frusta il soggetto infortunato dovrebbe limitare al massimo i movimenti del collo, assumendo una posizione seduta o sdraiata, con l’avvertenza di applicare dietro al rachide cervicale un appoggio morbido che, “riempiendo” la concavità del collo, lo sostenga in maniera comoda e sicura, in attesa di consultare il medico.
Come si è già detto, la maggior parte di questi traumi si risolve spontaneamente in breve tempo, in genere senza lasciare postumi o tutt’al più con un lieve dolore residuo e una minima riduzione dei movimenti del collo.
In genere, nei casi non complicati, il trattamento prevede una terapia farmacologica a base di antinfiammatori e miorilassanti (per ridurre dolore e contrattura muscolare), in associazione all’applicazione di un collare ortopedico quando sia presente una certa rigidità nei movimenti del collo. Non esiste un tempo codificato per la durata del trattamento con il collare, in quanto la valutazione del medico è in funzione della gravità dei sintomi lamentati dal paziente e dei segni rilevati durante la visita. Il tempo medio di prima prescrizione è di solito di 7-10 giorni, mentre il successivo mantenimento è definito in base alla persistenza o alla scomparsa della sintomatologia.
In genere, all’abbandono graduale del collare si fa accompagnare l’inizio della fisioterapia, consistente in attività di rieducazione funzionale (finalizzata a riacquisire il movimento del collo) o in sedute di terapia strumentale (TENS, ultrasuoni), lasciando in ultimo eventuali cicli di massaggi.
Nei casi più complessi, diagnosticati sulla base di esami quali la TAC o la risonanza magnetica nucleare (RMN), può rendersi necessario un sistema di immobilizzazione più rigido (tutori cervicali che bloccano il collo e prevedono un appoggio al capo e al tronco) con un periodo di applicazione prolungato, anche di mesi, fino a ottenere la guarigione non solo di eventuali fratture, ma anche di lesioni dei legamenti. In questo modo si cercherà di eliminare la possibilità di residue situazioni di instabilità della colonna cervicale, che potrebbero risultare particolarmente gravi e invalidanti.
L’intervento chirurgico è riservato alle lesioni che non possono trarre sicuri risultati con il riposo e le terapie farmacologiche e riabilitative sopra descritte. [R.M.]
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