QUETIAPINA AUR 30CPR RIV 25MG -Avvertenze e precauzioni
Poiché Quetiapina Aurobindo ha numerose indicazioni, si deve tener conto del profilo di sicurezza del farmaco rispetto alla diagnosi del singolo paziente e alla dose da somministrare. Popolazione pediatrica: Quetiapina non è raccomandata in bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni a causa della mancanza di dati a supporto dell’impiego in questo gruppo d’età. Gli studi clinici con quetiapina hanno evidenziato che in aggiunta al noto profilo di sicurezza osservato negli adulti (vedere paragrafo 4.8), alcuni eventi avversi si verificano con una frequenza più alta in bambini e adolescenti rispetto agli adulti (aumento dell’appetito, innalzamento della prolattina serica, vomito, rinite e sincope), o può avere diverse implicazioni per i bambini e gli adolescenti (sintomi extrapiramidali ed irritabilità), ed uno di questi non era stato mai riportato precedentemente negli studi condotti su soggetti adulti (aumento della pressione arteriosa). In bambini e adolescenti si sono anche osservate alterazioni dei test della funzione tiroidea. Inoltre, le implicazioni nel lungo termine del trattamento con quetiapina sulla crescita e la maturazione non sono state studiate per periodi superiori alle 26 settimane. Le implicazioni nel lungo termine sullo sviluppo cognitivo e comportamentale non sono note. In studi clinici controllati con placebo su pazienti bambini e adolescenti, la quetiapina è stata associata ad un’aumentata incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) in confronto al placebo in pazienti trattati per schizofrenia, mania bipolare e depressione bipolare (vedere paragrafo 4.8). Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento clinico La depressione nel disturbo bipolare è associata ad aumento del rischio di ideazione suicidaria, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. Dall’ esperienza clinica generale si è osservato che il rischio di suicidio può aumentare nelle fasi precoci del miglioramento. Inoltre i medici devono considerare il potenziale rischio di eventi correlati al suicidio a seguito di interruzione brusca del trattamento con quetiapina, a causa dei noti fattori di rischio della patologia in trattamento. Anche altri disturbi psichiatrici per i quali viene prescritto quetiapina possono essere associate ad un aumento del rischio di eventi correlati al suicidio. Oltre a ciò, queste patologie possono esistere in co-morbilità con episodi depressivi maggiori. Le stesse precauzioni seguite per il trattamento di pazienti con episodi depressivi maggiori devono perciò essere adottate durante il trattamento di pazienti affetti da altri disturbi psichiatrici. I pazienti con un’anamnesi positiva per eventi correlati al suicidio, o coloro che mostrano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono esposti ad un rischio maggiore di ideazione suicidaria o tentativo di suicidio e devono pertanto essere sottoposti a stretta sorveglianza durante il trattamento. Una metanalisi condotta su studi clinici controllati con placebo con farmaci antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato un aumentato rischio di comportamento suicidario con l’uso di antidepressivi rispetto al placebo nei pazienti di età inferiore a 25 anni. Durante la terapia deve essere effettuato un attento monitoraggio dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, specie nelle fasi iniziali del trattamento e in seguito alle variazioni di dosaggio. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di controllare qualsiasi eventuale peggioramento clinico, comportamento o ideazione suicidaria e variazioni inusuali del comportamento, e di richiedere immediatamente un intervento medico se tali sintomi si presentano. In studi clinici controllati con placebo a più breve termine condotti su pazienti con episodi depressivi maggiori associati al disturbo bipolare è stato osservato un rischio maggiore di eventi correlati al suicidio nei pazienti giovani adulti (di età inferiore a 25 anni) trattati con quetiapina rispetto ai pazienti trattati con placebo (rispettivamente 3,0% vs. 0%). Rischio metabolico Dato il rischio osservato di un peggioramento del loro profilo metabolico, incluse variazioni di peso corporeo, glucosio ematico (vedere iperglicemia) e lipidi riscontrate negli studi clinici, i parametri metabolici dei pazienti devono essere valutati all’inizio della terapia e le variazioni in questi parametri devono essere regolarmente controllate durante il corso del trattamento. Il peggioramento in questi parametri deve essere gestito in modo clinicamente appropriato (vedere anche paragrafo 4.8). Sintomi extrapiramidali Negli studi clinici controllati con placebo nei pazienti adulti trattati per episodi depressivi maggiori correlati a disturbo bipolare e disturbo depressivo maggiore, la quetiapina è stata associata ad un aumento dell’incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). L’uso di quetiapina è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione di agitazione soggettivamente spiacevole o stressante e dalla necessità di muoversi, spesso accompagnata da un’incapacità a rimanere seduti o fermi. Ciò è più probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che manifestino questi sintomi, l’incremento della dose può rivelarsi nocivo. Discinesia tardiva Qualora si manifestassero segni e sintomi di discinesia tardiva, si deve considerare una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia con quetiapina. I sintomi di discinesia tardiva possono peggiorare o persino insorgere dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.8). Sonnolenza e capogiri Il trattamento con quetiapina è stato associato a sonnolenza e sintomi correlati, come sedazione (vedere paragrafo 4.8). Negli studi clinici per il trattamento di pazienti con depressione bipolare, l’insorgenza di tale evento si verifica solitamente entro i primi 3 giorni di trattamento ed era prevalentemente di intensità da lieve a moderata. I pazienti che manifestano sonnolenza di grave intensità possono richiedere controlli più frequenti per un minimo di due settimane dall’insorgenza della sonnolenza o fino al miglioramento dei sintomi, e deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento. Ipotensione ortostatica Il trattamento con quetiapina è stato associato ad ipotensione ortostatica e capogiri correlati (vedere paragrafo 4.8) i quali, analogamente alla sonnolenza, insorgono solitamente durante la fase iniziale di aggiustamento del dosaggio. Ciò può aumentare il verificarsi di lesioni accidentali (cadute), specialmente nella popolazione anziana. Pertanto, i pazienti devono essere avvertiti di prestare cautela fino a quando non saranno a conoscenza della loro sensibilità individuale al farmaco. La quetiapina deve essere impiegata con cautela in pazienti con patologie cardiovascolari note, patologie cerebrovascolari o con altre condizioni che predispongano all'ipotensione. Una riduzione del dosaggio o una titolazione più graduale deve essere considerata se si verifica ipotensione ortostatica, specialmente nei pazienti con sottostante patologia cardiovascolare. Sindrome da apnea notturna Nei pazienti che usano quetiapina è stata riportata la sindrome da apnea notturna. Nei pazienti che assumono contemporaneamente medicinali che deprimono il sistema nervoso centrale e che hanno una storia pregressa o che sono a rischio di apnea notturna, come quelli in sovrappeso/obesi o di sesso maschile, la quetiapina deve essere usata con cautela. Crisi epilettiche Gli studi clinici controllati non hanno evidenziato differenze nell'incidenza di crisi epilettiche in pazienti trattati con quetiapina o placebo. Nessun dato è disponibile riguardo l’incidenza delle crisi epilettiche nei pazienti con anamnesi di disturbi epilettici. Come per gli altri antipsicotici, si raccomanda cautela in caso di trattamento di pazienti con anamnesi di crisi epilettiche (vedere paragrafo 4.8). Sindrome neurolettica maligna: La sindrome neurolettica maligna è associata al trattamento con farmaci antipsicotici, inclusa la quetiapina (vedere paragrafo 4.8). Le manifestazioni cliniche includono ipertermia, alterazione dello stato mentale, rigidità muscolare, instabilità del sistema nervoso autonomo e aumento della creatina fosfochinasi. In tali circostanze, il trattamento con quetiapina deve essere interrotto e deve essere instaurata un'adeguata terapia medica. Grave neutropenia e agranulocitosi Nell’ambito di studi clinici sulla quetiapina sono stati segnalati casi di grave neutropenia (conta dei neutrofili <0,5 X 109/l). La maggior parte degli episodi di grave neutropenia si sono manifestati entro un paio di mesi dall’inizio della terapia con quetiapina. Non è stata osservata un’apparente correlazione con il dosaggio. Durante l’esperienza post-marketing, alcuni casi sono stati fatali. Una preesistente ridotta conta leucocitaria (WBC) ed un’anamnesi di neutropenia iatrogena rappresentano possibili fattori di rischio per la neutropenia. Comunque, alcuni casi si sono verificati in pazienti senza un preesistente fattore di rischio. La quetiapina deve essere interrotta in pazienti con una conta dei neutrofili <1,0 X 109/l. I pazienti devono essere tenuti sotto osservazione per individuare segni e sintomi di infezione e la conta dei neutrofili deve essere monitorata (fintanto che essi non siano superiori a 1,5 X 109/l) (vedere paragrafo 5.1). La neutropenia deve essere tenuta in considerazione in pazienti con infezione o febbre, in particolare in assenza di chiari fattori predisponenti, e deve essere gestita in modo clinicamente appropriato. I pazienti devono essere avvertiti di riferire immediatamente la comparsa di segni/sintomi coerenti con agranulocitosi od infezione (per es. febbre, debolezza, letargia, o dolore alla gola) in qualsiasi momento durante la terapia con quetiapina. Tali pazienti devono sottoporsi prontamente ad una conta WBC e ad una conta dei neutrofili (ANC), specialmente in assenza di fattori predisponenti. Effetti anticolinergici (muscarinici) Norquetiapina, un metabolita attivo della quetiapina, ha un’affinità di grado da moderato a forte per molteplici sottotipi di recettori muscarinici. Questo contribuisce all’insorgenza di reazioni avverse (ADR) che riflettono gli effetti anticolinergici quando la quetiapina è usata a dosi raccomandate, quando viene usata in concomitanza ad altri medicinali con effetti anticolinergici e in caso di sovradosaggio. Quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti che ricevono trattamenti con effetti anticolinergici (muscarinici). Quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti con una diagnosi concomitante o una storia pregressa di ritenzione urinaria, ipertrofia prostatica clinicamente rilevante, ostruzione intestinale o condizioni correlate, aumentata pressione intraoculare o glaucoma ad angolo acuto (vedere paragrafi 4.5, 4.8, 4.9 e 5.1). Interazioni Vedere anche paragrafo 4.5. L’uso concomitante di quetiapina con potenti induttori degli enzimi epatici quali carbamazepina o fenitoina riduce sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche di quetiapina, con possibili influenze sull'efficacia della terapia. Nei pazienti trattati con induttori enzimatici epatici, il trattamento con quetiapina può essere iniziato solo se il medico ritiene che i benefici della terapia con quetiapina superino i rischi della sospensione degli induttori enzimatici epatici. È importante che ogni variazione riguardante gli induttori sia graduale e, se necessario, sostituita da un farmaco non-induttore (ad es. il sodio valproato). Peso È stato segnalato aumento di peso corporeo in pazienti trattati con quetiapina, che deve essere controllato e gestito in modo clinicamente appropriato in conformità con quanto previsto dalle linee guida sull’uso di antipsicotici (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). Iperglicemia Raramente sono stati segnalati iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione di diabete occasionalmente associato a chetoacidosi o coma, inclusi alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.8). In alcuni casi, è stato riportato un precedente aumento del peso corporeo che poteva rappresentare fattore predisponente. È consigliabile un appropriato monitoraggio clinico in accordo con le linee guida sull’uso dei farmaci antipsicotici. I pazienti trattati con qualsiasi agente antipsicotico, inclusa la quetiapina, devono essere tenuti sotto controllo per segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza) e i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per il diabete mellito devono essere regolarmente controllati per un peggioramento della glicemia. Il peso corporeo deve essere controllato regolarmente. Lipidi Negli studi clinici sulla quetiapina sono stati osservati aumenti dei valori di trigliceridi, colesterolo LDL e totale e diminuzioni del colesterolo HDL (vedere paragrafo 4.8). Le alterazioni dei lipidi devono essere gestite con appropriato trattamento clinico. Prolungamento dell’intervallo QT Negli studi clinici e quando impiegata conformemente alle istruzioni del RCP, la quetiapina non è stata associata ad alcun persistente prolungamento dell' intervallo QT assoluto. Nell’esperienza di post-marketing è stato segnalato un prolungamento dell’intervallo QT con quetiapina alle dosi terapeutiche (vedere paragrafo 4.8) e in caso di sovradosaggio (vedere paragrafo 4.9). Come con altri antipsicotici, è necessaria prudenza nei casi in cui la quetiapina venga prescritta a pazienti con patologia cardiovascolare o con anamnesi familiare di prolungamento del QT. È necessario esercitare cautela anche quando quetiapina è prescritta contemporaneamente a farmaci noti per prolungare l'intervallo QT o a farmaci neurolettici, soprattutto negli anziani, nei pazienti con sindrome del QT lungo congenita, con insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.5). Cardiomiopatia e miocardite La cardiomiopatia e la miocardite sono state riportate in studi clinici e durante l’esperienza post-marketing, tuttavia una relazione causale con la quetiapina non è stata stabilita. Il trattamento con quetiapina deve essere rivalutato nei pazienti con sospetta cardiomiopatia o miocardite. Sospensione Sono stati osservati sintomi acuti da sospensione, tra i quali insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, vertigini e irritabilità, dopo l’interruzione improvvisa di quetiapina. È consigliabile una sospensione graduale per un periodo di almeno una o due settimane (vedere paragrafo 4.8). Pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza La quetiapina non è indicata per il trattamento di psicosi correlata alla demenza. In studi clinici randomizzati controllati con placebo condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici è stato osservato un aumento di 3 volte del rischio per eventi avversi cerebrovascolari. Non è noto il meccanismo per questo aumento del rischio. Non si può escludere un rischio maggiore per altri antipsicotici oppure per altre popolazioni di pazienti. La quetiapina deve essere usata con prudenza in pazienti con fattori di rischio per l’ictus. In una metanalisi eseguita su farmaci antipsicotici atipici, è stato segnalato un incremento del rischio di morte rispetto al placebo nei pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza. In due studi clinici con quetiapina controllati verso placebo della durata di 10 settimane nella stessa popolazione di pazienti (n=710; età media: 83 anni; range: 56-99 anni), l’incidenza di mortalità nei pazienti trattati con quetiapina è stata del 5,5% contro il 3,2% del gruppo trattato con placebo. I pazienti di questi studi sono deceduti per varie cause, in linea con quanto atteso per questa popolazione. Questi dati non hanno stabilito una relazione causale tra il trattamento con quetiapina e la morte in pazienti anziani con demenza. Disfagia L’uso di quetiapina è stato associato a disfagia (vedere paragrafo 4.8). Quetiapina deve essere usata con cautela in pazienti a rischio di polmonite da aspirazione. Stipsi e ostruzione intestinale La stipsi rappresenta un fattore di rischio per l’ostruzione intestinale. Stipsi e ostruzione intestinale sono stati riportati con quetiapina (vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati). Sono compresi casi fatali in pazienti che hanno un maggior rischio di ostruzione intestinale, inclusi quelli in trattamento con terapie multiple concomitanti che riducono la motilità intestinale e/o quelli che potrebbero non riportare sintomi di stipsi. Pazienti con ostruzione intestinale/ileo devono essere gestiti con uno stretto monitoraggio e cure urgenti. Tromboembolismo venoso (TEV) Casi di tromboembolismo venoso (TEV) sono stati segnalati con farmaci antipsicotici. Poiché i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per TEV, tutti i possibili fattori di rischio per il TEV devono essere individuati prima e durante il trattamento con quetiapina e devono essere adottate misure preventive. Pancreatite Negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing è stata riferita pancreatite. Tra le segnalazioni riferite nel post-marketing, molti pazienti hanno manifestato sintomi notoriamente associati alla pancreatite come aumento dei trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), calcoli biliari e consumo di alcol, mentre non tutti i casi sono stati confusi da fattori di rischio. Informazioni supplementari I dati relativi all’uso di quetiapina in associazione con valproato di sodio o litio negli episodi maniacali acuti da moderati a gravi sono limitati; tuttavia, la terapia combinata è risultata ben tollerata (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). I dati hanno evidenziato un effetto additivo alla settimana 3. Misuso e abuso Si sono verificati casi di misuso e abuso. Pertanto bisogna procedere con cautela quando si prescrive la quetiapina a pazienti con una storia di abuso di alcol e droga. Lattosio Quetiapina Aurobindo contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp-lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.