LOVASTATINA EG 30CPR 20MG -Avvertenze e precauzioni
Effetti muscolari: La lovastatina, come altri inibitori dell'HMG-CoA reduttasi, occasionalmente causa miopatia, che si manifesta con dolore, sensibilità o debolezza muscolari associati a innalzamenti dei livelli della creatin-chinasi (CK) ad oltre 5 volte il limite superiore alla norma (LSN). La miopatia si manifesta a volte come rabdomiolisi con o senza insufficienza renale acuta secondaria a mioglobinuria, e raramente si sono verificati decessi. Il rischio di miopatia è aumentato da alti livelli di attività inibitoria della HMG-CoA reduttasi nel plasma. Come avviene per altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, il rischio di miopatia/rabdomiolisi è correlato alla dose. In uno studio clinico in cui i pazienti sono stati attentamente monitorati e alcuni farmaci interagenti sono stati esclusi, si è verificato un caso di miopatia su 4.933 pazienti randomizzati a lovastatina 20-40 mg al giorno per 48 settimane e 4 su 1649 pazienti randomizzati a 80 mg al giorno. La prevalenza e la gravità della miopatia sono aumentate con la somministrazione concomitante dell’inibitore della HMG-CoA reduttasi e farmaci che inducono miopatia, quali i fibrati e la niacina. Si deve evitare la somministrazione concomitante di lovastatina e gemfibrozil a causa delle possibili interazioni farmacocinetiche (vedere paragrafo 4.5). Si deve limitare l’associazione di lovastatina con altri fibrati o niacina ai pazienti con grave iperlipidemia combinata e ad alto rischio cardiovascolare. Come altri inibitori degli inibitori della HMG-CoA reduttasi, la lovastatina viene metabolizzata dall'isoenzima 3A4 del citocromo P450 (CYP3 A4). È possibile che alcune sostanze che agiscono inibendo significativamente questa via metabolica a dosi terapeutiche causino un aumento dei livelli plasmatici di lovastatina e aumentino il rischio di miopatia. Queste sostanze includono: immunosoppressori (inclusa la ciclosporina), mibefradil (un calcio antagonista come il tetralolo), gli antimicotici azolici itraconazolo e ketoconazolo, gli antibiotici macrolidici eritromicina e claritromicina, gli inibitori della proteasi dell'HIV, verapamil e l'antidepressivo nefazodone. La frequenza della rabdomiolisi aumenta quando l'amiodarone viene somministrato in concomitanza con l’inibitore della HMG-CoA riduttasi lovastatina. Poiché esiste una chiara correlazione tra l'aumento della concentrazione plasmatica dei metaboliti attivi di lovastatina e miopatia, i pazienti trattati con immunosoppressori non devono superare la dose giornaliera di 20 mg (vedere paragrafo 4.2). Se si riscontra un significativo aumento dei livelli di creatinchinasi > 5 volte LSN o viene diagnosticata o si sospetta una miopatia, il trattamento con lovastatina deve essere interrotto. Gli inibitori della HMG-CoA reduttasi e i farmaci antimicotici di tipo azolico inibiscono la sintesi del colesterolo a diversi livelli della via di sintesi. I pazienti in trattamento con ciclosporina devono sospendere la lovastatina nei casi in cui sia necessario l’impiego di un antimicotico azolico per uso sistemico. I pazienti in trattamento con ciclosporina devono essere attentamente monitorati in caso necessitino di un trattamento con un antimicotico azolico ad uso sistemico. La dose di lovastatina non deve superare i 20 mg/die in pazienti che vengono trattati contemporaneamente con danazolo, gemfibrozil, altri fibrati o dosi ipolipemizzanti (≥ mg/die) di niacina. L'uso concomitante di lovastatina e gemfibrozil deve essere evitato a meno che i benefici delle successive alterazioni dei livelli lipidici siano potenzialmente maggiori del rischio aumentato associato a questa combinazione di farmaci. I benefici dell'uso di lovastatina in pazienti che assumono altri fibrati, niacina, ciclosporina o danazolo devono essere attentamente valutati in considerazione dell'aumento del rischio associato all'uso di questa combinazione di farmaci. L’uso combinato di lovastatina a dosi superiori a 40 mg al giorno con amiodarone o verapamil deve essere evitato, a meno che sia probabile che i benefici clinici siano superiori all’aumentato rischio di miopatia. Misurazione della creatinchinasi (CK) I livelli di CK non devono essere misurati dopo esercizio intenso o in presenza di qualsiasi causa alternativa di aumento di CK poiché ciò può rendere i dati di difficile interpretazione. Se i livelli di CK sono significativamente elevati al basale (>5 volte il LSN), questi devono essere misurati di nuovo entro 5-7 giorni per una conferma dei risultati. Prima del trattamento Tutti i pazienti che iniziano la terapia con lovastatina o che ne aumentano la dose, devono essere informati del rischio di miopatia e istruiti a segnalare immediatamente qualsiasi tipo di dolore, dolorabilità e debolezza muscolare inspiegato. Si deve agire con cautela in pazienti con fattori predisponenti alla rabdomiolisi. Al fine di stabilire un valore basale di riferimento, il livello di CK deve essere misurato prima di iniziare il trattamento nei seguenti casi: - Compromissione renale - Ipertiroidismo non controllato - Anamnesi personale o familiare di disordini muscolari ereditari - Episodi pregressi di tossicità muscolare con una statina o un fibrato - Abuso di alcool Negli anziani (età >70 anni), la necessità di queste misure deve essere considerata tenendo conto della presenza di altri fattori predisponenti alla rabdomiolisi. Nei casi suddetti, il rischio correlato al trattamento deve essere valutato in rapporto al possibile beneficio. Si raccomanda il monitoraggio clinico. Nel caso in cui il paziente abbia precedentemente sofferto di malattie muscolari a seguito dell’uso di fibrati o statine, l’eventuale trattamento con un altro farmaco della stessa categoria deve essere iniziato con cautela. Se i livelli basali di CK sono significativamente elevati (> 5 volte LSN), il trattamento non deve essere iniziato. Durante il trattamento Se il dolore, la debolezza o i crampi muscolari compaiono mentre il paziente è in trattamento con una statina, è necessario misurare i livelli di CK. In caso di livelli significativamente elevati di CK (> 5 volte il LSN) in assenza di esercizio fisico intenso, si deve interrompere la terapia. Si può prendere in considerazione l’interruzione del trattamento in caso di gravi sintomi muscolari che causino fastidio quotidiano, anche se i valori di CK rimangono ≤ 5 volte il LSN. Si deve interrompere il trattamento se, per qualsiasi altro motivo, si sospetta miopatia. Se i sintomi si risolvono e i valori di CK rientrano nella norma, è possibile considerare la reintroduzione della statina precedentemente usata o l’introduzione di una statina alternativa alla precedente, usando il dosaggio più basso e attuando uno stretto monitoraggio. La terapia con lovastatina deve essere temporaneamente interrotta qualche giorno prima di interventi chirurgici di elezione importanti e in caso di comparsa di qualsiasi condizione medica o chirurgica importante. Effetti epatici: Negli studi clinici iniziali, alcuni pazienti hanno evidenziato aumenti marcati (fino a 3 volte LSN) delle transaminasi, che in genere sono comparsi da 3 a 12 mesi dall'inizio della terapia con lovastatina. Non si è osservata alcuna evidenza di ipersensibilità. È stata eseguita una biopsia epatica in uno di questi pazienti che ha mostrato un'epatite focale lieve. Alcuni di questi pazienti presentavano test di funzionalità epatica anomali prima della terapia con lovastatina e/o consumavano notevoli quantità di alcol. Nei pazienti in cui il farmaco è stato interrotto o sospeso a causa di un aumento delle transaminasi, incluso il paziente sottoposto a biopsia epatica, i livelli delle transaminasi sono ritornati lentamente ai livelli pre-trattamento. Nello studio della durata di 48 settimane condotto su 8.245 pazienti, l'incidenza di aumenti marcati (più di 3 volte LSN) delle transaminasi sieriche su test successivi è stata dello 0,1% per il placebo, dello 0,1% per la dose 20 mg / die, dello 0,9% per la dose 40 mg / die e 1,5% per la dose 80 mg / die nei pazienti trattati con lovastatina. Si raccomanda di eseguire test di funzionalità epatica prima di iniziare la terapia in pazienti con anamnesi di malattia epatica o quando diversamente indicato clinicamente. Si raccomanda di eseguire test di funzionalità epatica in tutti i pazienti prima di utilizzare la dose di 40 mg/die o superiore e successivamente, se clinicamente indicato. Se i livelli sierici delle transaminasi aumentano oltre tre volte l'LSN, deve essere valutato il rapporto tra il potenziale rischio connesso alla continuazione del trattamento con lovastatina ed i benefici previsti. Le misurazioni delle transaminasi devono essere ripetute tempestivamente; se questi aumenti sono persistenti o progressivi, il farmaco deve essere sospeso. La lovastatina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi di malattia epatica. L'epatopatia attiva è una controindicazione all'uso della lovastatina (vedere paragrafo 4.3). Esami oftalmologici: In assenza di terapia farmacologica, si prevede un aumento della prevalenza delle opacità del cristallino con il passare del tempo, a causa dell'invecchiamento. I dati a lungo termine derivati da studi clinici non indicano un effetto negativo della lovastatina sul cristallino nell’uomo. Ipercolesterolemia familiare omozigote: La lovastatina si è rivelata meno efficace nei pazienti con la rara ipercolesterolemia familiare omozigote, probabilmente perché questi pazienti mancano di recettori LDL funzionali. La lovastatina sembra aumentare con maggiore frequenza le transaminasi sieriche (vedere paragrafo 4.8) in questi pazienti omozigoti. Ipertrigliceridemia: La lovastatina ha solo un moderato effetto di abbassamento dei trigliceridi e non è indicata nei casi in cui l'ipertrigliceridemia sia l'anormalità di maggiore preoccupazione (cioè iperlipidemia di tipo I, IV e V). Antagonisti della vitamina K: Esiste il rischio di un maggiore effetto degli antagonisti della vitamina K (vedere paragrafo 4.5 - Derivati cumarinici). Ridotta funzionalità renale: La lovastatina deve essere somministrata con cautela a pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.2). Ipercolesterolemia secondaria: In caso di ipercolesterolemia secondaria causata da ipotiroidismo o sindrome nefrosica, trattare prima la malattia di base. Malattia interstiziale polmonare: Con alcune statine sono stati segnalati casi eccezionali di malattia interstiziale polmonare, soprattutto con la terapia a lungo termine (vedere paragrafo 4.8). La sintomatologia può includere dispnea, tosse non produttiva e deterioramento dello stato di salute generale (affaticamento, perdita di peso e febbre). Qualora ci fosse il sospetto di sviluppo da parte del paziente di patologie polmonari interstiziali, la terapia con le statine deve essere interrotta. Diabete mellito Alcune evidenze suggeriscono che le statine, come effetto di classe, aumentano la glicemia e, in alcuni pazienti ad alto rischio di sviluppare diabete, possono indurre un livello di iperglicemia tale per cui è appropriato il ricorso ad una terapia antidiabetica. Questo rischio, tuttavia, è superato dalla riduzione del rischio vascolare con l'uso di statine e pertanto non deve essere motivo di interruzione del trattamento con le statine. I pazienti a rischio (glicemia a digiuno da 5,6 a 6,9 mmol/L, BMI > 30 kg/m², livelli elevati di trigliceridi, ipertensione) devono essere monitorati sia a livello clinico che biochimico in accordo con le linee guida nazionali. Ci sono state segnalazioni molto rare di miopatia necrotizzante immuno-mediata (IMNM) durante o in seguito al trattamento con alcune statine. IMNM è caratterizzata clinicamente da persistente debolezza dei muscoli prossimali ed elevata creatin-chinasi sierica, che permangono nonostante l'interruzione del trattamento con le statine. Altri: Questa specialità medicinale contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.