di Paola Oriunno
La luce blu HEV è perfetta per combattere la depressione invernale e l’insonnia. Ma abusarne, attraverso gli smartphone, i computer e i tablet, può causare danni permanenti agli occhi. E non solo a loro, fa venire anche le rughe. Ne sa qualcosa Mehreen Baig, blogger di Londra di 26 anni. La ragazza riusciva a scattare anche 50 selfie al giorno per aggiornare i suoi profili social. Ma con il passare del tempo, come racconta al quotidiano Daily Mail, si è resa conto che la luce blu (HEV) emessa dal cellulare, iniziava ad avere effetti sulla pelle del viso. Gli stessi provocati dai raggi UVA e UVB: macchie, rughe, pori dilatati, occhiaie più evidenti, lentiggini.
COSA FA INVECCHIARE LA PELLE
È stato il dermatologo, Simon Zokaie, a spiegare alla blogger londinese che quei segni erano imputabili a una sovraesposizione alla luce HEV. «Sono tre i fattori principali che recano danni alla pelle: l'inquinamento, il sole e la luce HEV. La combinazione di questi tre fattori provocano calore e infiammazione sotto la pelle, rallentando la sua capacità di guarire e proteggere se stessa», spiega Simon Zokaie.
COME EVITARE I DANNI
Ma non sarà un po’ esagerato? Nessun allarmismo. Gli studi sugli effetti della luce blu HEV sull’epidermide non sono ancora conclusi. L’unica certezza è che questa luce penetra più in profondità rispetto ai raggi UV e che di conseguenza potrebbe accelerare il photoaging. Ma per limitare i danni, basta ridurre l’esposizione e la luminosità del monitor del cellulare. E scattare meno di 50 selfie al giorno.
«Al momento, i ricercatori confermano che la luce blu HEV può danneggiare gli occhi e interferire con la produzione di melatonina, un ormone preziosissimo per la regolazione dei cicli del sonno. Per quanto riguarda, invece, l'invecchiamento cutaneo, i dati scientifici accertati sono legati all'emissione dei raggi solari UVA UVB e Infrarossi (IR) che aumentano la produzione di radicali liberi, i veri responsabili dell'invecchiamento cutaneo, che indeboliscono le naturali difese antiossidanti e invecchiano la pelle più velocemente», spiega a Starbene il medico estetico Maria Gabriella Di Russo.
Quindi, in mancanza di altre ricerche, non è possibile dire che farsi un selfie sia più dannoso delle lampade abbronzanti. Sicuramente, per proteggere la pelle dai segni del fotoaging ci vuole moderazione sia nell’uso di apparecchi elettronici sia nell’utilizzo dei lettini solari. E poi, ci vuole attenzione nella scelta delle creme e delle protezioni solari adeguate, da usare tutti i giorni. Quindi, qualche selfie va bene, un paio di lampade all’anno anche. Un uso smodato di entrambi no.
22 marzo 2016
Fai la tua domanda ai nostri esperti