Nel campo degli screening, i controlli di massa per prevenire le malattie più gravi, arriva una nuova sigla che ci salva la vita: Hpv. Si tratta di un test, attualmente disponibile solo in alcune Regioni, che consente di individuare precocemente, insieme al più conosciuto Pap test, la presenza del Papillomavirus, il virus responsabile del tumore al collo dell’utero che ogni anno in Italia fa registrare 2.300 nuovi casi.
Se effettuato periodicamente, l’Hpv costituisce una garanzia quasi totale di prevenzione. Ecco cosa devi sapere.
Che differenza c’è tra i due esami?
«L’Hpv è molto più sensibile del Pap test nello scovare la presenza del virus», spiega Basilio Passamonti, presidente del Gruppo italiano screening del cervicocarcinoma. «Il Pap test invece è fondamentale per verificare la presenza di lesioni causate dal virus».
Il test hpv è l’esame da fare sempre in prima battuta?
«No. Sotto i 30 anni si utilizzerà ancora il Pap test e non l’Hpv per lo screening primario perché si è visto che in questa fascia di età il virus, che si trasmette per via sessuale, è quasi sempre presente: si procede subito con il test per verificare eventuali danni alle cellule. Dopo i 30, invece, si effettua l’Hpv: consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule dal collo dell’utero, proprio come avviene per l’altro esame. Le cellule vengono analizzate per verificare la presenza del Papillomavirus», continua l’esperto. «Se viene individuato, con lo stesso prelievo si avvia il Pap test che è in grado di verificare se ci sono alterazioni delle cellule, segnali precursori delle lesioni e della probabilità di sviluppare un tumore».
Cosa succede se dopo l’hpv anche il pap test è positivo?
«La positività non indica per forza la presenza di un tumore: per diagnosticarlo si fa una colposcopia, cioè un esame che permette di esaminare il collo dell’utero con uno speciale strumento e verificare l’entità di eventuali lesioni in modo da agire subito con la terapia più adatta. Se l’Hpv è positivo ma il Pap Test è negativo, le donne sono invitate dopo un anno a ripetere i test perché la presenza del virus va monitorata. Se invece anche l’Hpv è negativo, lo screening si ripete dopo 5 anni», spiega Basilio Passamonti.
Perché lo screening è importante?
«A differenza di altre neoplasie, il tumore del collo dell’utero viene annunciato da segnali precursori», dice Passamonti. «Lo screening permette di agire molto prima che la massa tumorale si formi».
DOVE PUOI FARLO
Secondo il Piano nazionale prevenzione 2014-18 del Ministero della Salute, entro il 2018 tutte le Regioni avrebbero dovuto prevedere il test Hpv come screening primario. Ma non tutte si sono adeguate e attualmente il test è disponibile solo in Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria e Basilicata. Alcune Regioni si stanno attivando per offrirlo, altre sono ancora in alto mare. La data di adeguamento nazionale è quindi slittata al 2020.
Se la tua Regione aderisce al programma, riceverai a casa la lettera per fare il prelievo cervicovaginale: se hai da 25 a 30 anni (35 in alcuni programmi) sarai invitata a eseguire un Pap test ogni 3 anni, se invece sei nella fascia 30/35 - 64 anni farai un test Hpv ogni 5 anni.
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Articolo pubblicato sul n. 39 di Starbene in edicola dall'11/9/2018