«Negli ultimi 15-20 anni, l’immunochemioterapia, cioè l’associazione tra chemioterapia e anticorpi monoclonali, ha permesso di registrare un notevole miglioramento in termini di diminuzione della mortalità – spiega Pietro Leoni, Professore di Ematologia, Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari, Clinica di Ematologia, Università Politecnica delle Marche – I nuovi trattamenti, inoltre, vanno nella direzione di un enorme risparmio di tempo nella somministrazione della terapia: è il caso, ad esempio, della formulazione sottocutanea di rituximab».