«Nel 70% dei casi la gastroenterite, infiammazione della mucosa dello stomaco e dell’intestino tenue, deriva da un’infezione da virus e batteri, ma può anche essere il sintomo di altri disturbi, come un’intolleranza o un’alterazione della flora intestinale», spiega il dottor Marco Dal Fante, Responsabile del Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia di Humanitas San Pio X, Milano.
Se, mal di pancia a parte, la salute generale è buona, il problema si può affrontare anche da soli. Nei Paesi occidentali, infatti, solo il 10% delle persone colpite da una gastroenterite deve rivolgersi al medico, e solo il 7% di queste viene ricoverato. Ecco cosa fare nei 4 casi più frequenti di gastroenterite.
Se è causata da un virus: hai dolori muscolari e mal di testa
Oltre alla diarrea (da 5 a 20 scariche in 24 ore), hai una febbricola che non supera i 38 °C, nausea, vomito (soprattutto il primo giorno), perdita di appetito, dolori alle ossa, ai muscoli e mal di testa.
- Il problema: è quella che viene comunemente definita "influenza intestinale", una gastroenterite di origine virale tipica di questa stagione fredda, dovuta però non al virus dell’influenza, ma ad altri, come il norovirus, l’adenovirus e, soprattutto nei bambini, il rotavirus.
- Che cosa fare subito: «In genere si risolve da sola in 3-5 giorni, durante i quali devi reintegrare i liquidi persi con centrifugati, tisane e integratori salini. Evita gli antidiarroici, per aiutare l’organismo a espellere il virus. Puoi però ricorrere a farmaci da banco, come il paracetamolo, per contrastare la febbre, il mal di testa e i dolori, assumili secondo le indicazioni delle confezioni, fino alla scomparsa dei sintomi», consiglia il gastroenterologo. Se questi non passano, vai dallo specialista per accertamenti.
Se è colpa dei germi: hai febbre alta e tante scariche
Avverti crampi nella parte bassa della pancia, e poi hai scariche di diarrea frequenti (da 5 fino a 20 nell’arco di 24 ore), sempre più liquide. Spesso compaiono febbre (anche sopra i 38 °C) e vomito.
- Il problema: «I sintomi partono da 6 a 48 ore dopo l’ingestione di cibo o acqua contaminati da batteri», spiega il nostro esperto. «Spesso si tratta di campylobacter, un germe che attacca soprattutto la carne di pollo non cotta bene, o della salmonella (uova crude e insaccati freschi).
- Cosa fare subito: niente antidiarroici, perché la diarrea aiuta a eliminare i batteri. Reintegra i liquidi persi con centrifugati di frutta e verdura, integratori salini, tè, tisane. Limita i cibi solidi, per non affaticare l’intestino. Se entro 3 giorni i sintomi non passano, o la diarrea ha tracce di sangue, vai dal medico: farà l’esame delle feci e ti darà l’antibiotico.
Se nasce dall’intolleranza: hai dolore e gonfiore dopo mangiato
Hai mangiato 2 ore fa e ora avverti dei crampi intorno all’ombelico, nausea, gonfiore addominale e flatulenza. In bagno hai avuto poche scariche (in genere 2-3), con feci poco formate ma non del tutto liquide. Puoi sentirti anche stanca, avere degli sfoghi sulla pelle (macchie, puntini rossi), prurito e gonfiore alle labbra.
- Il problema: «È probabile che si tratti di un’intolleranza alimentare», spiega Dal Fante. «La tua mucosa non è “attrezzata” per assimilare alcune componenti di certi cibi che, nell’intestino, vengono fermentate dalla flora batterica producendo gas e richiamando acqua. Ecco, allora, anche la diarrea. Oppure, soprattutto se i sintomi compaiono in modo più immediato subito dopo il pasto, potrebbe essere un’allergia alimentare».
- Cosa fare subito: i sintomi passano, in genere, nell’arco di 24 ore. Basta non consumare il cibo sospetto (di solito è una new entry). Se sono intensi o sospetti un’allergia, vai dal medico: digli cos’hai mangiato. Ti farà i test allergologici.
Se la flora è in tilt: il mal di pancia è lieve ma hai una forte diarrea. Niente febbre
Avverti un lieve mal di pancia, ma hai scariche diarroiche, anche molto numerose, con feci poco formate a sempre più liquide. Difficilmente compare la febbre.
-
Il problema: è probabile che tu soffra di disbiosi, cioè l’alterazione della composizione della tua microflora intestinale. «Ognuno di noi ha la sua popolazione di batteri buoni (come lattobacilli e bifidobatteri) e più aggressivi (come alcuni ceppi di Escherichia coli). A volte basta un cambio di abitudini momentaneo per alterarla (per esempio un viaggio all’estero), per aumentare la presenza dei germi più “cattivi” che possono dare guai. Nessuna infezione, solo uno squilibrio interno», spiega Dal Fante. Può succedere anche dopo una cura antibiotica.
- Cosa fare subito: in genere tutto passa in 48 ore, durante le quali devi reintegrare i liquidi persi. In questo caso sì a un antidiarroico da banco (loperamide) per 1-2 giorni, associandolo a una capsula di probiotici (bifidobatteri o lattobacilli: due volte al giorno a digiuno e per 5-7 giorni) che aiutano a riequilibrare la flora. «Se stai seguendo una cura antibiotica, non serve assumere in parallelo questi probiotici a scopo preventivo, perché anch’essi vengono in gran parte uccisi dal farmaco: comincia a prenderli solo l’ultimo giorno di terapia», dice Dal Fante.
Attezione a...
Chi è incinta e ha questi sintomi vada subito dal medico. Idem se si hanno protesi cardiache (stent, valvole), o articolari: potrebbero infettarsi.
Fai la tua domanda ai nostri esperti