Tumori: ok alle cure tradizionali più terapie complementari

Da oggi, chi è malato di tumore avrà la possibilità di integrare le cure tradizionali con le medicine complementari, quali agopuntura, fitoterapia, omeopatia, in un percorso condiviso con i centri oncologici. Succede per la prima volta in Italia, in Toscana



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I pazienti affetti da tumori potranno usufruire anche delle cure di medicina integrata approvate da tutti i Centri oncologici all'interno del Sistema sanitario della Regione Toscana. Basta con i fai-da-te, quindi (il 30% dei pazienti oncologici già ricorre alle terapie complementari). Soprattutto, saranno gli stessi oncologi e AIUTO Point (che gestiscono le prenotazioni) a indirizzare chi lo richiedesse a uno dei 19 Centri di oncologia integrata del territorio, oltre a rimanere sempre possibile l'accesso diretto senza impegnativa del medico. 

Da questo momento, dunque, il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale regionale (PDTA) non offrirà, quindi, solo la possibilità di accedere a visite e prestazioni di medicina complementare gratuite (tranne che per i preparati omeopatici e fitoterapici), ma anche la garanzia che i professionisti dei Centri e le cure proposte avvengano secondo indicazioni chiare e condivise dai Centri oncologici, che restano i primi responsabili delle irrinunciabili cure tradizionali, come la chemio e la radioterapia. Insomma, medicina integrata sì, ma basata su evidenze scientifiche e gestita da professionisti accreditati.

«Fino a ieri il ricorso alle terapie complementari era frutto di iniziative delle singole strutture mediche o scelta individuale, oggi è un Atto ufficiale regionale che le rende possibili come opzioni aggiuntive alle cure tradizionali», spiega il dottor Emilio Rossi, responsabile dell'Ambulatorio di Medicine complementari, alimentazione e oncologia integrata dell'Ospedale Campo di Marte a Lucca e del Centro di riferimento regionale per l'omeopatia della Asl toscana nord ovest, uno dei padri dell'iniziativa insieme a Gianni Amunni, direttore generale dell'Ispro, l'Istituto di riferimento della rete oncologica toscana. «Quando, che cosa e come utilizzare agopuntura, fitoterapia e omeopatia in oncologia viene stabilito oggi da linee generali codificate e condivise dagli oncologi, ma stiamo già lavorando nel mettere a punto i dettagli di ogni percorso».


A cosa possono essere utili le medicine complementari in oncologia

«Sin da subito, al momento della diagnosi, le medicine complementari possono essere utili nell'aiutare a ridurre ansie, paure e attacchi di panico, cioè le reazioni psicologiche più diffuse in questi contesti», spiega il dottor Rossi. «E poi nel ridurre gli effetti avversi della chemio e della radioterapia, ma anche delle terapie endocrine per i tumori ormono-dipendenti, migliorando spesso significativamente la qualità di vita del paziente. Infine sono utili nelle cure palliative».

Fra le opzioni previste c'è anche l'omeopatia, una delle medicine complementari ancora più discusse dai medici tradizionali. «Qui in Toscana l'omeopatia è parte delle terapie integrate dal 1996, e da allora l'esperienza non solo è diffusa e positiva, ma si sono moltiplicati i lavori scientifici anche internazionali che ne provano gli effetti in campo oncologico», assicura Rossi. «Per esempio, riduce le bruciature sulla pelle tipiche della radioterapia, e nel 90% dei casi modera le fastidiose vampate tipiche della menopausa indotta dalla chemioterapia, fino ad avere un impatto positivo sulle complicanze post-chirurgiche, penso per esempio a una sostanza molto conosciuta ed efficace come l'arnica montana».

Ma anche l'insonnia, il linfedema e altri effetti collaterali dei trattamenti oncologici possono trovare giovamente dall'utilizzo dell'agopuntura, della fitoterapia e dell'omeopatia, combinate o singolarmente, questo ora lo potranno decidere i medici curanti dei Centri.

gennaio 2022

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