di Oscar Puntel
Una ragazza di una parrocchia romana è morta per meningite mentre si trovava a Vienna. Stava rientrando dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia.
I membri del gruppo di cui faceva parte sono stati già sottoposti alla necessaria profilassi, che consiste nell'assunzione di una compressa di antibiotico (Ciprofloxacina da 500 milligrammi). Poiché la giovane è transitata per Casa Italia - quartier generale a Cracovia del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della Cei - l'ospedale di Vienna, a livello cautelativo, invita chi abbia visitato la struttura a effettuare lo stesso trattamento.
QUANTI TIPI DI MENINGITE CI SONO
La meningite è una malattia dovuta all’infiammazione delle meningi, che sono le tre membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. L’infiammazione quindi colpisce il sistema nervoso centrale, portando a gravi sintomi neurologici, che possono condurre alla morte oppure a gravi conseguenze come sordità, ritardo mentale, paralisi motorie, epilessia.
La meningite può essere provocata sia da batteri, sia da virus, sia da funghi. La forma più grave è quella causata dai batteri, che sono principalmente tre: emofilo tipo B, pneumococco, meningococco. Probabilmente, nel caso della ragazza deceduta a Vienna si tratta di una meningite batterica determinata da un meningococco: la “famiglia” del batterio scatenante è il meningococco Neisseria meningitidis, la lettera che l'accompagna identifica una variante, che può essere di tipo: A, B, C, Y, W135.
I SINTOMI DELLA MENINGITE BATTERICA MENINGOCOCCICA
I segni e i sintomi più comuni includono: febbre, cefalea, fotofobia (intolleranza alla luce), ma si possono osservare anche disturbi cognitivi, deficit neurologici, crisi epilettiche e perdita di coscienza.
Nell'infezione causa dal meningococco, possono essere presenti segni cutanei diffusi e caratteristici e piccoli rilievi sulla pelle color rosso purpureo. Se non viene curata, porta alla morte. La persona necessita di un tempestivo trattamento antibiotico.
COME AVVIENE IL CONTAGIO
Il contagio si diffonde per via aerea e di solito viene trasmessa per contatto diretto (o tramite goccioline infette) da un “portatore sano”, cioè una persona che sta incubando il virus o il batterio.
È più raro che l’infezione sia contratta direttamente da un soggetto ammalato, perché questo viene di solito isolato dal contatto con altre persone. L'incubazione va solitamente da 1 a 7 giorni.
«Una meningite batterica determinata da un meningococco è quella forma che si riscontra con maggiore frequenza in eventi affollati o in comunità ristrette come carceri o scuole. Quando si verificano questi casi è bene procedere con la profilassi antibiotica, soprattutto se ci sono stati dei contatti stretti, ravvicinati con la persona colpita. Di solito se un caso accade in famiglia, si sottopongono a profilassi tutti i suoi membri», spiega Giovanni Villa, medico infettivologo e ricercatore italiano presso l’Università di Liverpool (Regno Unito).
QUANDO VACCINARSI
Alla luce di quanto è successo, viene da chiederselo: ha senso vaccinarsi prima di partecipare a eventi in cui sono presenti tante persone? «Penso sia una buona precauzione, specialmente se si tratta di un grande evento cui partecipano persone dalle provenienze più disparate», dice il dottor Villa.
Attenzione anche in casi di viaggi all'estero. «Sarebbe opportuno che le persone chiedessero consigli al proprio medico o al dipartimento di prevenzione di residenza per eventuali vaccinazioni, preferibilmente alcune settimane prima per completare i cicli richiesti. Ci sono aree del mondo, come l'Africa sub-Sahariana, in cui la meningite è molto diffusa».
A CHI RIVOLGERSI PER LA VACCINAZIONE
Per sottoporsi alla vaccinazione bisogna rivolgersi ai Centri vaccinazioni o ai Dipartimenti di prevenzione di residenza. Per le meningiti da meningococco, l'Istituto superiore di Sanità fa sapere che sono disponibili una serie di vaccini contro i sierogruppi A, C, Y e W 135.
Dal 2014, è disponibile anche un vaccino per prevenire le forme invasive da meningococco di sierogruppo B. Va precisato che secondo quanto indicato dall'Istituto superiore di sanità, “in caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni internazionali indicano l’opportunità di introduzione una vaccinazione su larga scala nell’area geografica interessata quando l’incidenza è superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell’arco di tre mesi”.
2 agosto 2016
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