Quali sono gli animali più pericolosi sulla terra? Squali? serpenti? Secondo gli studi effettuati dalla Gates Foundation, l’organizzazione filantropica creata da Bill e Melinda Gates e impegnata da anni per combattere povertà e malattie endemiche nei paesi più poveri, gli animali più letali del mondo sono le zanzare (al secondo posto, l’uomo).
Ne esistono circa 3.000 specie e sono presenti soprattutto nei paesi con clima tropicale come Africa, Centro e Sud America e Sud-Est asiatico dove possono trasmettere malattie infettive come la malaria, la Zika, il Dengue o la Chikungunya. Ma con il tempo e gli scambi commerciali, alcune di queste specie sono arrivate anche alle nostre latitudini dove, per buona parte dell’anno, trovano temperature idonee alla loro sopravvivenza.
È il caso, per esempio, della zanzara tigre, introdotta nel nostro Paese negli anni 90 probabilmente attraverso il commercio di copertoni usati (il ristagno dell’acqua al loro interno favorisce la deposizione delle uova) e ormai diffusa in tutto il territorio italiano fino a quote collinari e in città.
E pare che proprio questa specie sia responsabile dei casi di Chikungunya registrati nelle scorse settimane: dieci ad Anzio, 13 contagiati a Roma. In più, decine di abitanti con sintomi sospetti e donazioni di sangue sospese per 28 giorni. Questo è, per ora, il bilancio di questa malattia infettiva, trasmessa da una zanzara che ha trovato nel nostro paese il clima ideale per vivere e riprodursi.
Insieme al professor Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi italiani e direttore dell’unita operativa di microbiologia dell’Azienda sanitaria di Legnano e Magenta, facciamo il punto su questa malattia.
Professore, cos’è la Chikungunya?
La Chikungunya è una malattia virale acuta trasmessa dalla puntura di zanzare infette. Il nome deriva da una parola che in una lingua della Tanzania, dove è stata identificata per la prima volta, significa “che si contorce” per descrivere la posizione ricurva (a causa dei dolori articolari) tipica dalle persone infette.
Come si trasmette il virus?
Il virus è trasmesso dalle zanzare del genere Aedes. Questo insetto è presente anche in Italia. Si tratta della specie Aedes Albopictus, ovvero la zanzara tigre, ormai presente e diffusa in tutto il territorio italiano fino alle quote collinari.
La zanzara tigre è attiva anche nel periodo autunnale?
In Italia la zanzara tigre è in genere attiva da marzo ad ottobre. Ma con il clima sempre più mite, può rimanere attiva più a lungo lungo e continuare a deporre uova. Ecco perché ne vediamo sempre di più anche nelle stagioni meno calde.
Quali sono i sintomi?
La Chikungunya è caratterizzata da febbre improvvisa e accompagnata da forti dolori articolari. Altri sintomi sono: dolori muscolari, mal di testa, nausea, stanchezza ed eruzioni cutanee pruriginose. I sintomi si manifestano generalmente entro pochi giorni dalla puntura di una zanzara infetta, con un intervallo che può variare da 2 a 12 giorni.
Come si cura?
Non esiste una cura specifica. La terapia punta ad alleviare i sintomi e si basa sulla somministrazione di farmaci contro i dolori articolari, sul riposo a letto e sulla reintegrazione dei liquidi. La malattia si risolve da sola e solo in rarissimi casi porta a danni neurologici o alla morte.
Perché sono state bloccate le donazioni di sangue in alcune zone di Roma e ad Anzio?
Il virus si trasmette anche attraverso le trasfusioni di sangue. Per questo, il Centro nazionale sangue dell’Istituto Superiore di Sanità ha deciso il blocco delle donazioni nell’area della Asl 2 del comune di Roma e nel comune di Anzio, dove sono stati registrati i focolai. A livello nazionale, i donatori che hanno soggiornato in queste aree dal 25 agosto in poi saranno invece sospesi per 28 giorni.
Tutte le zanzare tigre trasmettono la Chikungunya?
No. Solo le zanzare infette trasmettono il virus, cioè esemplari che hanno punto persone infette e che possono trasferire il virus ad altre persone sane.
La Chikungunya è una malattia di “importazione”?
Sì. La zanzara tigre (il vettore di questa malattia) è ormai stanziale nel nostro paese ma non è di per sé infetta. Diventa potenzialmente pericolosa quando punge una persona infetta (quindi viaggiatori provenienti da Paesi in cui il virus è endemico) e diffonde la malattia ad altre persone. Ecco perché si tratta di una malattia di importazione e si raccomanda a chi è stato in paesi a rischio di tenere d’occhio eventuali sintomi, segnalarli subito alle Asl che farà una diagnosi più accurata e sospendere le donazioni di sangue per una finestra temporale di 28 giorni.
Esiste un vaccino?
No, non c’è un vaccino. Le persone malate devono essere protette da nuove punture di zanzara per evitare che l’infezione si diffonda con l’applicazione di repellenti sulla pelle e l’uso di insetticidi negli ambienti in cui soggiornano.
Si può prevenire?
Come per la malaria, chi si reca in Paesi endemici prima di partire deve informarsi sulla presenza delle epidemie in corso. Sul posto, bisogna proteggersi soprattutto nelle ore comprese dall’alba al tramonto, quando le “tigri” sono più attive, usare repellenti specifici, indossare abiti come camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi (preferibilmente con colori chiari), dormire in stanze con l’aria condizionata oppure con zanzariere.
Si può controllare la diffusione di questa zanzara?
Controllare la diffusione di zanzare infette con le disinfestazioni non è semplice: di solito vengono fatte se è attivo un focolaio, come è accaduto nella zona del Lazio, dove si sono verificati i casi di infezione. Si tenga presente, infatti, che interventi a base di insetticidi nelle aree verdi hanno costi elevati. Gli insetti, inoltre, alla lunga, potrebbero sviluppare una resistenza ad alcuni degli insetticidi utilizzati. Molto importante e strategico, poi, scegliere i tempi giusti di disinfestazione.
settembre 2017
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