All'agopuntura, antica e utile metodica della medicina tradizionale cinese, è stato dedicato di recente, il 21 e il 22 settembre 2019, un intero Congresso internazionale pressso l'Università degli Studi di Milano. «Vogliamo che sia un’occasione di approfondimento scientifico, ma anche una grande festa, un modo per celebrare l’integrazione fra medicine nella cura delle malattie croniche che oggi affliggono la nostra società», ha detto Carlo Moiraghi, presidente di Alms (Associazione lombarda medici agopuntori) e organizzatore dell’evento insieme a Paola Poli, presidente di Agom (Agopuntura nel Mondo). Qui vi raccontiamo i principali temi trattati.
Per la fibromialgia
Tra le molte novità presentate al Convegno di Milano ci sono gli studi che dimostrano l’efficacia delle cure con gli aghi nella terapia di malattie complesse, ma sempre più diffuse fra le donne, come la fibromialgia e le patologie autoimmuni.
«L’esperienza del nostro ambulatorio pubblico, aperto dal 2012 e convenzionato con il Sistema sanitario nazionale, conferma che con gli aghi si affrontano bene dolori cronici, stanchezza, insonnia, depressione e gli altri sintomi della fibromialgia», spiega Grazia Meneghetti, responsabile del Servizio di agopuntura presso l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, specializzato nel trattamento di pazienti fibromialgiche.
«La terapia, ormai praticata in molti centri di riferimento nazionali per la fibromialgia (in abbinamento alle terapie convenzionali) prevede sedute settimanali di agopuntura per almeno un mese e poi a scalare. Si è visto che i trattamenti permettono di diminuire l’uso dei farmaci e di offrire una migliore qualità di vita a chi deve convivere con questa malattia reumatologica che sarebbe dovuta, secondo le ultime ricerche, alle conseguenze di gravi esperienze traumatiche». Anche in altre malattie autoimmuni, come il lupus, la sarcoidosi e l’artrite reumatoide, i benefici dell’agopuntura sono accertati.
In supporto alle terapie oncologiche
Un altro importante tema che troverà spazio al Congresso di Milano è quello dell’agopuntura in sostegno alle terapie oncologiche. Dopo una rassegna di studi scientifici, pubblicata nel 2013, l’autorevole National Cancer Institute aveva confermato l’efficacia dell’agopuntura nei confronti della nausea e del vomito provocati dalla chemio, incoraggiandone l’uso. Da allora diversi ambulatori, internazionali e italiani, hanno adottato questo metodo proprio della medicina cinese per affiancare, senza effetti collaterali negativi, chemio e radioterapie.
«Le conferme della sua efficacia arrivano dallo studio osservazionale su 40 pazienti da noi condotto in collaborazione con l’Ospedale Niguarda di Milano: i benefici si vedono già dopo quattro sedute», racconta Paola Poli, che a Milano è responsabile di un ambulatorio gratuito per pazienti oncologici. «I malati hanno più vitalità, meno dolori e disturbi, ma non solo: dato che la medicina cinese vede corpo e mente come due facce della stessa medaglia, gli aghi agiscono anche sul versante psicologico, alleviando alterazioni dell’umore come ansia, depressione e paura».
Prendiamo, per esempio, il caso tipico di una giovane donna operata per un tumore al seno. È così spossata dalle sedute di chemio da non farcela più a uscire di casa semplicemente per andare a prendere il figlio a scuola. Dopo qualche seduta di agopuntura il suo stato di benessere fisico ed emotivo migliora al punto da poterlo fare, e riprendere così anche una vita sociale. Una interessante novità, che riguarda proprio il supporto ai pazienti oncologici, arriva da un metodo di agopuntura tradizionale riscoperto e sviluppato da Paola Poli e Carlo Moiraghi. «Agisce sui canali embrionali, cioè i flussi di energia presenti nell’embrione», spiegano gli esperti. «Questi si comportano come cellule staminali energetiche: stimolarli permette di accedere a risorse straordinarie dell’organismo, per favorire il recupero anche nelle malattie gravi».
Auricoloterapia per l’ansia
A conferma del fatto che l’agopuntura, antica di oltre tremila anni, riserva sempre nuove sorprese per le malattie moderne si sta sempre più affermando la pratica dei cosiddetti “microsistemi”, cioè il trattamento localizzato su orecchie e testa. «Poco invasivo ed efficace, il metodo dell’auricoloterapia (o neuromodulazione auricolare) è indicato soprattutto per i disturbi psicoemotivi, come ansia, depressione, attacchi di panico», dice Giancarlo Bazzoni che, all’Università di Sassari, dirige il Centro per la ricerca in neuromodulazione auricolare e le terapie complementari.
«Si inseriscono in alcuni punti del padiglione auricolare dei microaghi o sferette indolori da stimolare 3 volte al giorno e, nel caso degli attacchi di panico, quando si sente arrivare una crisi. Questi funzionano proprio come dei farmaci ansiolitici, e permettono di tenere lontani gli attacchi che, gradualmente, scompaiono». La neuromodulazione auricolare si è dimostrata utile anche in caso di cefalee, dolori, colon irritabile, dipendenze da cibo (è uno dei metodi più accreditati per favorire la perdita di peso) e altre sostanze. Quanto alla craniopuntura (l’infissione di aghi solo sulla testa) rappresenta la nuova frontiera per il trattamento riabilitativo degli esiti di ictus, nonché un potente rimedio antiansia.
Per superare gravi traumi
Nella Cina di Mao era compito dei “medici scalzi” intervenire nelle campagne per le emergenze. Arrivavano con un’attrezzatura ridotta al minimo di pochi aghi e curavano febbri, infezioni e altre patologie.
Oggi i volontari dell’Agom viaggiano in Paesi come India e Timor Leste per trattare gratuitamente chi non può permettersi i farmaci, ma intervengono anche da noi in collaborazione con la Protezione Civile in caso di calamità naturali. Con una manciata di aghi combattono ansie e altri disturbi da stress post traumatico, come è successo dopo il terremoto di Amatrice del 2016. «Uno studio scientifico, pubblicato su Medical Acupuncture e condotto dai nostri volontari su una quarantina di vittime del terremoto colpite da stress post traumatico ha dimostrato che anche in questi casi l’agopuntura è efficace», puntualizza Paola Poli. «L’intervento, durato 5 settimane, ha confermato che bastano 3 sedute quotidiane per diminuire sensibilmente i dolori e disturbi psicoemotivi in 6 pazienti su dieci».
Aghi in sala operatoria
Agopuntura al posto dell’anestesia con i farmaci oppioidi: succede al Centro senologico dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa dove un’esperienza pilota permette alle donne che si sottopongono alla mastectomia di evitare l’anestesia classica. «Abbiamo iniziato nel 2015 e finora sono un centinaio i casi in cui si sono usati gli aghi, abbinati a medicinali omeopatici, per sedare la paziente ed evitare il dolore», spiega Filippo Bosco, anestesista.
«Le sedute di elettroagopuntura preoperatorie stimolano un’importante secrezione di oppioidi endogeni, analgesici naturali che favoriscono anche il rilassamento profondo». I vantaggi? Risveglio più pronto e nessun effetto collaterale. Tanto che l’anestesia integrata è il metodo sempre più richiesto per le pazienti allergiche ai farmaci o sofferenti di gravi insufficienze epatiche.
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Articolo pubblicato sul n. 40 di Starbene in edicola dal 17 settembre 2019