Parlare in pubblico può essere fonte di ansia e stress. Per correre ai ripari abbiamo chiesto ai nostri esperti qualche consiglio pratico affinché, quando ti rivolgi a una platea, le tue parole possano mantenere viva l'attenzione degli interlocutori. Assicurandoti così il successo che speri, senza pressioni.
1. Fissa negli occhi chi ti ascolta
«Guardare le persone dritto negli occhi è un potente mezzo per convincere chi ti sta ascoltando», afferma Roberto Re, formatore e personal coach. «Perché funzioni, il contatto visivo deve durare dai 3 ai 5 secondi. Occorre che riproduca la sensazione di un colloquio a due, intimo e sincero».
Ci sono poi degli errori da evitare davanti al pubblico. La lettura del testo o lo sguardo nel vuoto, per esempio, trasmettono insicurezza. «Lo scanning, cioè il rapido movimento d'occhi che scorre su tutto l'uditorio, dà l'impressione che tu non sia convinta di ciò che dici», continua Roberto Re.
Un altro passo falso è dare le spalle al pubblico. «Anche se devi leggere un lucido o una diapositiva, guarda davanti a te», afferma Katia Vignoli, psicoterapeuta: «Altrimenti faresti sentire abbandonata la platea». Infine, non guardare solo chi ti sorride o annuisce, gli altri si sentirebbero esclusi.
2. Aiutati con i gesti
Impara a usare il linguaggio del corpo: il modo in cui gesticoli trasmette emozioni. «Se mentre parli sei in piedi, tieni le braccia lungo i fianchi. Vedrai come dopo che hai iniziato a parlare, le mani cominceranno a muoversi in modo naturale e a diventare tue alleate nella comunicazione. Se sei seduta, tieni le mani libere da qualunque oggetto (penne, pennarelli, puntatori) perché distolgono l'attenzione da quello che vuoi comunicare», consiglia Roberto Re.
Lascia fluire le emozioni. «La spontaneità viene sempre premiata. Perfino l'imbarazzo o il tremolio della voce possono trasmettere un moto di simpatia, che ti avvicina all'uditorio», suggerisce la psicoterapeuta.
3. Esprimiti con il corpo
La postura è il tuo primo biglietto da visita, il tuo rompighiaccio. «Sei tu che guidi l'aereo», suggerisce Katia Vignoli. «Se ti
muovi liberamente sul palco o in una stanza (sempre facendo attenzione a mantenere la distanza di sicurezza, ndr) dai l'impressione di dominare la situazione.
Quindi non irrigidirti, ma piuttosto appoggiati con naturalezza a una sedia o al desk per dare maggiore enfasi ai concetti di cui stai parlando». Ed evita di spostarti freneticamente avanti e indietro. Mantieni un atteggiamento che ispiri calma e dignità. Quando ti muovi, tieni le spalle aperte, gli addominali contratti e respira profondamente, così favorirai l'auto-rilassamento e ti sentirai più sciolta.
4. Utilizza parole chiare e metafore
Il tuo primo obiettivo deve essere farti capire da tutti. «Più l'esposizione è chiara, più l'uditorio si sentirà intelligente», afferma Gilbert Collard, celebre avvocato esperto di retorica, scrittore e politico francese. Chi parla in modo complicato, trasmette la sensazione di non avere le idee chiare o, ancora peggio, di menare il can per l'aia. Se invece riesci a gratificare il pubblico, facendolo sentire importante e spiritoso, proprio come te, riuscirai a creare un'atmosfera positiva.
«Un modo per rendere il discorso più coinvolgente è usare le metafore», continua Collard. «Le parole devono avere odore, sapore e consistenza, come un piatto di pasta fumante o una brioche appena sfornata. Solo così otterrai l'attenzione completa del pubblico». Se ti riesce difficile, fai questo esercizio di visualizzazione: ripeti il discorso davanti a uno specchio e immagina ogni concetto come se fosse la scena di un film. Poi, trascrivi le impressioni e le associazioni di idee che ti sono venute in mente e usale per "farcire" il discorso con immagini vivide.
5. Modula la voce
Prima di tutto, scandisci bene le parole (non c'è niente di peggio di chi bofonchia per far addormentare chi ascolta). «Parti con un volume di voce alto», suggerisce Roberto Re. «E poi gioca su toni differenti. Utilizza le pause per sottolineare un concetto ma non emettere suoni tra una parola e l'altra come ehm, uhm, eeeeh». Sono vietati anche gli avverbi come evidentemente, ovviamente, praticamente e simili: amazzano l'attenzione.
Usa un tono squillante quando parli di un concetto importante, ma poi ammorbidiscilo se racconti un aneddoto con sfumature più ammiccanti, o aumenta la velocità delle parole nel momento in cui stai usando l'ironia. Vuoi vedere in anticipo che effetto fa? Ripeti il discorso davanti a un gruppo di amici per allenare la tua verve comunicativa.
6. Attenta al look
«Ricorda che devi essere in sintonia con le persone che hai davanti» suggerisce il coach. «Se devi parlare a un'assemblea di condominio, mantieni un abbigliamento piuttosto formale. Quindi, colori sobri, niente scollature vertiginose e gonne troppo corte: attirerebbero l'attenzione sul corpo e non sulle cose importanti che hai da dire.
Se invece sei in un contesto più familiare, come una festa di compleanno o una ricorrenza di famiglia, puoi essere più casual nel vestire ma comunque mai appariscente. Non sei tu che devi colpire, ma le tue parole», suggerisce Roberto Re.
7. Rompi subito il ghiaccio
L'adrenalina prodotta dallo stress, una volta, serviva agli uomini primitivi per scappare dai predatori. Oggi, invece, più che un alleato contro i nemici diventa un ostacolo alle tue capacità di espressione. «Impara a volgere in positivo le tue debolezze», consiglia Roberto Re.
«Per esempio, credi che gli altri si accorgano di quello che provi (se sei nervosa o timida), ma spesso è una tua impressione. L'importante è cominciare bene: nei primi minuti la tensione è massima e se riesci a rompere il ghiaccio in modo disinvolto, è fatta». La respirazione ti può aiutare moltissimo davanti agli altri, così come la preparazione nei minimi dettagli ti può far sentire preparata e quindi più sicura. A quel punto puoi anche improvvisare. Un altro atout fondamentale è credere in quello che stai dicendo. «L'onestà è trascinante», afferma Katia Vignoli. «Se sei sincera e trasparente, riuscirai a trasmettere anche agli altri la convinzione delle tue opinioni».
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