Quando si dice che “una persona ha cuore di se stessa...”. Appunto chi è? Com’è? Terenzio Traisci, psicologo e formatore, si è posto la domanda e l’ha trascinata su un piano pragmatico (ma sostenuto da dati scientifici) nel suo libro Tutto il bene che mi voglio (Mondadori), fresco di stampa. Non è un trattato sul tema né un manuale di istruzioni, bensì la presentazione di cinque storie di vita vera, che fanno da esempio: per mostrarci gli ostacoli che impediscono di volerci bene (paure, credenze, luoghi comuni) e suggerirci come superarli per dare al mondo una versione migliore di noi stessi. Gradino dopo gradino in un percorso semplificato, che ora lo psicologo racconta a Starbene.
Da dove ti è venuta l’idea di scrivere un libro su questa tema?
Il testo nasce da due spunti. Il contatto con il pubblico: ascoltando le persone che incontro per lavoro, è emerso che dietro ogni problema, conflitto c’è sempre poca attenzione alla propria salute psicofisca. Il secondo motivo è personale, solo quando ho cercato di dedicarmi ogni giorno delle attenzioni la mia vita è migliorata.
Hai iniziato a volerti bene... Come?
Chi ha amor proprio non focalizza tutte le sue energie sugli altri, “dimenticandosi” di se stesso. Non fa neanche la “vittima”, che si lamenta di tutto ma poi non cambia una virgola della sua esistenza. Non s’arrabbia perché non riceve questo o quello dai rapporti affettivi e sociali. Avere amor proprio è altro: significa non soccombere a ditkat esterni, ma assumerci la responsabilità di risolvere i nostri problemi e di essere sodisfatti di noi stessi. Non possiamo pretendere che siano gli altri a renderci felici. Dobbiamo stare noi bene, la gente ci può solo fare stare meglio.
Allora, l’amor proprio è un fatto prima di tutto di responsabilità personale...
Sì, bisogna occuparsi di noi sia dal punto di vista fisico (stile di vita e prevenzione) sia mentale (guardarsi dentro, capire le nostre emozioni, aspirazioni). A ognuno, la scelta di come “coccolarsi”: c’è chi si vuole bene facendo una passeggiata, chi invece leggendo un libro. In tutti i casi, comunque, l’importante è prendere in mano le nostre giornate e agire in modo proattivo.
Ma perché è così difficile dedicarsi delle attenzioni?
Alcune persone si nascondono dietro le classiche scuse (“Non ho tempo”; “non ho soldi” ecc.): pensano che la causa dei problemi non provenga da loro, ma solo dall’esterno o dal destino. Altre si trascurano per la paura di essere egoisti, credono che dedicare tempo ed energie a se stessi sia riprovevole. Non sanno che l’amor proprio è il cemento della generosità autentica. Non ci aspettiamo niente in cambio né vogliamo un riconoscimento per sentirci migliori.
Il rispetto di noi stessi è innato o una conquista?
Non c’è un carattere predisposto o meno a questo. Da neonati, siamo tutti “egotici”, le nostre esigenze vengono prima di tutto. Semmai, è l’ambiente in cui cresciamo, più o meno orientato all’amore proprio, che ci può influenzare. Oggi, purtroppo, ci soffoca lo stress imperante, che ci fa vivere in continuo affanno, tensione, malumore, scarsa lucidità. Questo c’impedisce di ascoltare il nostro corpo, le nostre emozioni, le nostre esigenze interiori. Com’è possibile in queste condizioni avere premura di noi stessi?
Qual è il tuo consiglio per invertire la rotta?
È il metodo delle 4 A (ambiente, allenamento, alimentazione, atteggiamento), strategie che ridimensionano le reazioni da stress e orientano pensieri e azioni verso l’amore proprio. L’ambiente, innanzitutto: circondiamoci e seguiamo persone che si vogliono bene, per “assorbire” automaticamente valori, regole, abitudini positive. Poi con l’attività fisica e un’alimentazione sana ed equilibrata abbassiamo l’ormone dello stress (cortisolo) e alziamo quelli del benessere (serotonina, endorfine, dopamina). A questo punto, meno agitati e più consapevoli, entra in ballo l’atteggiamento mentale efficace per riconquistare noi stessi: l’umiltà di migliorarci (senza pensare che siano gli altri a dover cambiare); la capacità di farsi delle domande interiori funzionali (chi sono e cosa voglio); l’ottimismo trascinante (le nostre giornate ci regalano anche cose piacevoli); la gratudine alla vita per ciò che abbiamo. Abbiamo, insomma, il carburante per affrontare gli ostacoli e arrivare a vivere un’esistenza tagliata su misura, piena e gratificante.
C’è un premio finale?
Quando amiamo noi stessi, siamo più amati dagli altri. Con la gioia, la serenità sul volto siamo più attraenti, è indubbio. Qualche volta gli altri possono essere invidiosi, ma di fatto vorrebbero assorbire le nostre qualità. Perché non donaglierle visto che stiamo così bene con noi?
Felici si diventa
Quella che vedi qui a lato è una delle “cartoline” firmate da Terenzio Traisci che postiamo ogni lunedì sul nostro profilo Facebook e la nostra pagina Instagram con l’hashtag #felicisidiventa. È stato proprio questo hashtag a fare incontrare qualche anno fa Starbene con lo “psicologo del buonumore”.
Noi lo avevamo lanciato e lui lo ha fatto suo, con il nostro consenso. Da allora Terenzio Traisci dispensa seguitissime pillole di felicità anche dai nostri social.
Istruzioni per l’uso
Nel libro dello psicologo Terenzio Traisci Tutto il bene che mi voglio (Mondadori, 19 €) c’è anche un programma in 10 step, con esercizi pratici e guidati, per imparare a coltivare il nostro amor proprio.
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Articolo pubblicato sul n. 1 di Starbene in edicola dal 18 dicembre 2019