Scompenso cardiaco acuto e cronico
Per poter vivere è necessario che tutte le parti del nostro organismo ricevano continuamente ossigeno ed energia attraverso il sangue. Il flusso del sangue viene assicurato dal cuore, le cui cavità si riempiono di sangue che viene poi spinto nelle arterie dalle sue contrazioni, essendo il cuore un muscolo potente e molto resistente.
Quando una persona affronta uno sforzo, gli servono più ossigeno e più energia e, per questo motivo, il cuore deve assicurare una maggior quantità di flusso sanguigno.
Tutto questo accade normalmente nelle persone in buona salute e senza che ce ne accorgiamo, per cui riusciamo a passare da situazioni a “basso consumo” (come il sonno) ad altre con consumi elevatissimi, come accade per esempio a un atleta in gara.
Se il cuore si ammala, però, può non essere più in grado di garantire un flusso adeguato a tutte le esigenze dell’organismo: è questa la situazione definita scompenso cardiaco o insufficienza cardiaca.
Va da sé che se il cuore è solo lievemente danneggiato, il problema si manifesterà solo quando si devono compiere sforzi importanti (correre a lungo, trasportare dei pesi ecc.), ma se la malattia si aggrava il cuore potrebbe non riuscire più a sostenere neppure attività ordinarie come passeggiare, cucinare e così via, fino ai casi più gravi in cui diventa impossibile per il cuore fornire l’ossigeno e il nutrimento necessari anche solo a mantenere una situazione di riposo.
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