Leishmaniosi cutanea
Malattia parassitaria provocata dall’infestazione delle cellule cutanee da diverse specie di protozoi flagellati del genere Leishmania; è detta anche bottone di Aleppo, bottone di Baghdad, bottone di Biskra, bottone di Delhi, bottone di Gerico, bottone d’Oriente.
Frequenza
La malattia è diffusa in Africa settentrionale e orientale, nell’America tropicale, in India e nel bacino mediterraneo, dove ogni anno colpisce, con le leishmaniosi mucocutanee, circa 12 milioni di individui.
Si contano 1-1,5 milioni di nuovi casi l’anno.
Contaminazione
Cani e roditori sono gli ospiti intermedi del parassita, che si trasmette attraverso piccoli insetti, i flebotomi (dei generi Phlebotomus o Lutzomiya), le cui femmine pungono sia l’uomo, sia i roditori selvatici, i formichieri, le marmotte e i cani.
Sintomi
La leishmaniosi cutanea si manifesta con una o più ulcere di diametro variabile da alcuni millimetri a un centimetro, localizzate sulla cute delle parti del corpo non coperte dai vestiti, in particolare volto e arti. Queste ulcere non sono dolenti e cicatrizzano nel giro di qualche mese. In alcuni casi di leishmaniosi cutanea documentata nell’America tropicale, l’ulcerazione può essere più estesa.
Trattamento
La malattia guarisce spontaneamente, ma in modo molto lento. È quindi preferibile prescrivere al malato farmaci (antimoniato di meglumina, pentamidina, amfotericina B) iniettabili direttamente nelle ulcere e in grado di accelerare la guarigione. Con ogni probabilità, queste sostanze impediscono la moltiplicazione batterica e permettono alle cellule ematiche di fagocitare (inglobare) i parassiti, ma è difficile determinare esattamente il loro effetto sull’organismo.
Prevenzione
L’utilizzo di abiti coprenti e di insetticidi, da spruzzare sulle zanzariere, protegge dalle punture d’insetto, che però all’esterno è difficile evitare, per via delle piccole dimensioni e del volo silenzioso dei flebotomi.
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